1. Avventura di un pendolare


    Data: 16/04/2021, Categorie: Etero Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... ansimare maggiormente quando mi avvicinavo all’orgasmo, e riprendeva non appena lo sentiva rientrare.
    
    Non ce la facevo più, abbassai la testa per sussurrarle una cosa, qualsiasi cosa ma in quel momento la sua stretta si fece più forte, me lo strinse con rinnovata energia scuotendolo, facendomi una sega attraverso i pantaloni, e non resistetti, venni, venni abbondantemente dentro i boxer mentre un gemito mi sfuggiva dalle labbra e stringevo forte il tubo di sostegno per non far cedere le ginocchia. La sua mano continuava, ora più lieve, a completar l’opera e io chiusi gli occhi, forse una frazione di secondo, e quando li riaprii avvertendo come una sensazione di vuoto, la mancanza della sua mano che si era staccata, la vidi avvicinarsi velocemente all’uscita e scendere. Non mi ero nemmeno accorto che ci fossimo fermati.
    
    Sulla banchina indugiò qualche secondo guardando dentro il bus, sorrise quando mi vide, forse rise vedendo la mia faccia che posso solo immaginare quale fosse, poi si girò e scomparve nella folla mentre il bus ripartiva. Passato il piacere mi prese la preoccupazione di aver combinato un disastro. Ero venuto abbondantemente e i pantaloni chiari sicuramente erano macchiati. Giunta a breve la mia fermata scesi tenendo la valigetta davanti a coprire e camminando velocemente verso il mio ufficio poco distante.
    
    Per fortuna che tengo un cambio in ufficio per ogni evenienza e mi fu facile andare in bagno a rassettarmi. Misi gli abiti sporchi in una busta di ...
    ... plastica e feci appena in tempo a gettarla dentro un armadio quando entro la collega con la quale dividevo l’ufficio”’.
    
    Elide, la collega con cui dividevo l’ufficio, entrò salutandomi e bloccandosi subito con aria interrogativa. La vidi annusare l’aria dubbiosa, poi guardarmi, un’espressione strana sul volto. Ancora imbarazzato per quanto era successo poco prima abbassai lo sguardo e mi sedetti alla scrivania mentre lei, appoggiata la borsa sulla sua, andava verso il bagno tornando subito dopo e sedendosi con una risatina.
    
    Iniziammo il lavoro e ogni tanto, voltandomi verso di lei, la vedevo guardarmi e ridacchiare tra sé e sé. Mi incupii, era chiaro il dileggio nei suoi modi e non resistetti al bisogno di chiederglielo:
    
    ‘Scusa Elide, ma che hai da ridere? Ho qualcosa che non va? Ho la camicia macchiata?’
    
    Con Elide ho un buon rapporto, dopo tre anni passati a lavorare insieme siamo abbastanza in confidenza, senza scendere nell’intimo ma senza nemmeno limitarsi alla superficialità. Mi rispose ridacchiando ancora:
    
    ‘Scusa tu Francesco, ma””. &egrave successo qualcosa qui prima che arrivassi?’
    
    ‘No, cosa dovrebbe essere successo?’
    
    ‘Eri da solo o”. c’&egrave qualcosa che devo sapere?’
    
    ‘Ero solo, e cos’&egrave questo interrogatorio? Che cosa vuoi da me, perché mi prendi in giro?’
    
    ‘Beh, caro Francesco, come sai sono sposata da tempo, non sono una monaca e qualche esperienza di vita ce l’ho’
    
    ‘Ebbene?’
    
    ‘Ebbene””.. quando sono entrata qui ho sentito chiaro ...