1. Messalina 2020 - Cap. II


    Data: 15/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    ... virgola; il restante se lo prelevò lei. “In settimana t'arriverà un plico da firmare, per subentrare come socia... poi ovviamente dovremo rimetterci dentro qualche soldo.”
    
    Con Martin, che non capiva un cazzo di quello che stava succedendo, fu più sbrigativa. Gli fece un bonifico per seguirla una settimana in Europa: “È la paga per una settimana. Vedrai coi tuoi occhi: se decidi di rimanere, ti assumo.”
    
    “Ma è pazzesco!”
    
    “Non vuoi venire?”
    
    “Vengo, ma non si può, ho firmato nell'esercito... e per cosa m'assumeresti?”
    
    Ellen inspirò profondamente: “Ho un grosso problema. Avrò bisogno d'un uomo vicino... ti racconterò tutto domani, in aereo; ma se vuoi chiamo già adesso mio padre: lui gioca a golf con un sacco di generali. Sentirai da lui che il congedo immediato non sarà un problema, se decidessi di restare da me. Ti aspetto domani mattina alle dieci, in aeroporto... oggi non puoi rimanere qui.”
    
    Martin non ci credeva. Mama Flores, ch'era rimasta in disparte, l'aggredì: “Vedi una buona volta di ragionare col cervello e non con le palle! Amico, se perdi quest'occasione sei il più minchione ch'è mai entrato nel mio locale.” Poi, una volta sbattuto fuori, sogghignò verso Ellen: “Quello ragiona con i coglioni, ma tu con le ovaie.” e le strizzò l'occhio.
    
    Ellen non aveva voglia di ridere. E nemmeno di pensare. La lasciò con un bacio insipido e si ritirò in camera. Non aveva ancora cambiato le lenzuola e c'era un forte odore di sesso. Ripulì e riordinò dapprima ...
    ... meccanicamente e poi, via via, in modo sempre più maniacale; in bagno lucidò a specchio ogni superficie, con le gocce di sudore che grondavano sul pavimento. Si fece la doccia e le toccò ripulire a terra, senza spazzolone, sfregando inginocchiata con lo straccio in mano. Ritirò la roba stesa, ma rilavò top e slip che puzzavano ancora. Il lavandino faceva di nuovo schifo. Ricominciò, sperando di cancellare tutto.
    
    Appena si fermava sentiva i lamenti del suo corpo. Con Martin s'era presa uno strappo alla coscia, le dolevano collo e spalle e le bruciava la spelatura sulla caviglia: era colpa sua, aveva cercato di liberarsi mentre la scopava in gola e la sbranava in figa. Si lisciò tutto il corpo con creme e s'inflisse una ceretta inguinale, che non serviva, ma che finse di farle un male cane. Si sarebbe rapata a zero. Si buttò sul letto pulito. Voleva scomparire e s'addormentò.
    
    La risvegliarono i movimenti in corridoio. Non ci pensò due volte: si truccò ed indossò dei calzoncini bianchi, aderentissimi, di una taglia più stretti, e un top sollevato sui seni. Chiamò Mama: “Io scendo lo stesso.”
    
    Era strana e triste, ma i giovani soldati non se n'accorsero: per loro era una magnifica puttana innamorata del proprio mestiere che s'inginocchiava davanti ai loro cazzi; una cagna riconoscente che per pochi dollari succhiava da far male e li stringeva con le gambe implorandoli con le lacrime agli occhi di sbatterla più forte. Era la fantastica figa uscita dai loro sogni erotici da tener ...
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