1. Da dea irraggiungibile a troia sottomessa


    Data: 13/04/2021, Categorie: Etero Autore: iprimipassi, Fonte: RaccontiMilu

    ... adolescenziali.
    
    Correndo a gran velocità, arrivò nei pressi del chiosco nel giro di pochi secondi. Era bagnata fradicia e non mancò di sottolineare il suo disappunto, senza neppure degnarci di un saluto né di uno sguardo.
    
    ‘Ma vaffanculo a ‘sta pioggia, sono tutta zuppa’, impreco tra sé e sé, strizzandosi gli abiti gocciolanti.
    
    Io tentai di farmi avanti accennando un saluto. ‘Ehi, ciao’.
    
    Lei alzò gli occhi, come se non si fosse accorta prima della presenza di altre persone. ‘Ciao’, rispose bruscamente. ‘Non è che avete un ombrello da prestarmi?’, aggiunse.
    
    ‘No, altrimenti non ci saremmo riparati qui sotto’, risposi, infastidito dal suo consueto tono aggressivo. A seguito del breve scambio di parole, lei riprese a pensare ai fatti suoi e io non potei far altro che tornare a parlare coi miei amici.
    
    Passò solo qualche minuto, che il più grande di noi, sia per qualche mese d’età che per le consistenti dimensioni fisiche, ci informò, con la sua immancabile classe, circa un suo imminente bisogno: ‘Minchia raga’, devo pisciare’. ‘Valla a fare dietro qualche albero’, gli rispose un altro. ‘Ma che sei scemo? Poi mi bagno tutto’. ‘E allora tienila’, gli rispondemmo quasi all’unisono. ‘E chi ce la fa, ci si mette pure il rumore dell’acqua. Io la faccio qui’, disse, indicando la parete adiacente la porta del bar.
    
    Solo allora, Lucia si intromise nel discorso, acida come sempre: ‘Non ci provare neanche. Che schifo. O te la tieni o vai a farla sotto la pioggia, ...
    ... ragazzino’. A quell’appellativo, notai il mio amico innervosirsi parecchio. La fulminò con lo sguardo, tenendo a lungo i suoi occhi fissi in quelli di Lucia. Poi esplose, reagendo duramente all’affronto appena subito: ‘Senti tu, hai rotto le palle. Ma si può sapere chi cazzo credi di essere?’. Lucia non replicò nei pochi secondi di pausa, perciò il mio amico si sentì autorizzato a proseguire nel suo sfogo: ‘Sono anni che te la tiri. Io piscio qua, se ti dà fastidio muovi il culo e ci vai tu sotto la pioggia, stronza’. Dicendo ciò, si sbottonò i jeans e tirò fuori un membro di discrete dimensioni, sotto gli sguardi attoniti nostri e della stessa Lucia. Qualche secondo, e lo scroscio della sua urina sul terreno si mischiò a quello, ben più consistente, dell’acqua che veniva giù dal cielo.
    
    Ne ebbe per un po’, evidentemente doveva avere la vescica davvero colma. Quando distolsi lo sguardo da lui, notai che Lucia non riusciva a fare altrettanto. Teneva gli occhi fissi sulla mazza del mio amico e mi parve di scorgere in essi un lampo d’eccitazione. Non appena si accorse che la stavo guardando arrossì visibilmente e spostò la sua attenzione altrove. Non passarono, però, più di tre o quattro secondi prima che, con la coda dell’occhio, tornasse a sbirciare quell’appendice di carne che sembrava attrarla in maniera irresistibile. Il suo atteggiamento fu talmente evidente che tutti i miei amici si resero conto di quanto stava avvenendo. Lo stesso autore di quella colossale pisciata, ...