1. Vergini e Carnefici


    Data: 09/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: PandoraNin, Fonte: RaccontiMilu

    ... collaborativa, non ti succederà nulla. Altrimenti…-
    
    Appoggiò di nuovo la sua mano sulla mia gamba. Stetti immobile, lasciando che facesse quello che voleva. Lentamente risalì fino al mio ginocchio, proseguendo ancora più su. Andò sotto la leggera vestaglia con cui mi avevano vestita, e sussultai quando sentii le sue dita poggiarsi sulla mia intimità completamente nuda e glabra. Non mi era mai apparsa la peluria lì, ero ancora come una bambina. Sentivo i suoi occhi fissi su di me, mentre l’unico istinto che provavo era quello di piangere. Ad un certo punto, con un dito iniziò a percorrere lo spacco della mia fighetta, separando le labbra. Indossava dei guanti di pelle. Iniziai ad agitarmi.
    
    -Shh, zitta, da brava- la sua voce mi terrificava. Aveva il potere di immobilizzarmi.
    
    Il contatto del suo dito coperto dal guanto con la mia fighetta era strano, mai provato prima d’ora. Restavo immobile mentre lui continuava a passarlo ritmicamente sulla mia apertura. Ad un tratto sentii qualcosa, una nuova sensazione piacevole si stava impossessando di me senza che la controllassi.
    
    -Brava, così, lasciati andare, rilassati – mi abbandonai al suono di quelle parole. Ero stanca e in fondo quello che mi stava facendo non mi dispiaceva. Era come una carezza calda che mi veniva fatta intimamente. Mai nessuno mi aveva toccato in quel modo, nemmeno me stessa.
    
    Sentii il dito scorrere più velocemente, come se fosse lubrificato, e più lo faceva e più mi lubrificavo. Portò il dito ...
    ... alle mie labbra, premendo. Lo accolsi in bocca e venni colpita da quello che era il sapore di un liquido dolce, delicato. Era il mio sapore.
    
    Successivamente, mi tirò su la vestaglia fino al seno, facendomi diventare rossa dalla vergogna. Stava ammirando con sguardo voluttuoso il mio corpo. Ero piuttosto alta e snella, la mia pelle bianchissima e i capelli color castano chiaro. I miei occhi, venati di rosso per il lungo pianto, di color verde. Crescendo, il mio seno si era sviluppato fino a raggiungere una terza taglia, soda e rotonda. Nel complesso, il corpo che quel generale si ritrovava davanti non lo lasciava indifferente. Di questo mi sentivo, soprendentemente, lusingata. Si levò i guanti e con delicatezza mi separò con le dita le labbra della mia fighetta. Avvicinò il volto e si fermò a qualche centimetro da essa, osservandola. Mi sentivo ribollire il sangue nel viso, stavo morendo di vergogna e volevo solamente potermi abbassare l’indumento che prima mi copriva.
    
    -Bene, bene…sei ancora vergine, è stato un buon affare- quelle parole mi riempirono la mente di domande, dubbi tremendi. Iniziai a chiedermi che cosa ci facessi lì, quale fosse il mio scopo. Elaborai quello che finora mi era accaduto e impallidii.
    
    Mentre ero ferma a pensare, il generale mi tenne aperta la fighetta con due dita della mano e, avvicinandosi ancor di più, vi posò in mezzo la lingua. Cercai di sottrarmi a quel tocco, ma venni subito punita con uno schiaffo in pieno volto.
    
    -Stai zitta, ...
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