1. Cadorna, stazione di Cadorna (capitolo 9)


    Data: 09/04/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Mister Pink, Fonte: EroticiRacconti

    ... giornata passata in ufficio, a spostarsi per la città a essere sempre indaffarati per un qualsiasi motivo. Nelle cinque fermate che seguirono il suo corpo entrò a contatto con quelli di sconosciuti che condividevano i pochi centimetri quadrati di spazio all’interno del vagone, contribuendo ad aumentare la sua eccitazione. Una mano eccessivamente audace che le massaggiò per due fermate il culo, prima che lei riuscisse a crearsi uno spazio più sicuro, le fece aumentare a dismisura la voglia.
    
    E finalmente, dopo avere camminato un paio di minuti, davanti a lei il portone che gli aveva indicato la voce. Erano le 16.55 e quegli ultimi 5 minuti sembrarono non passare mai, con Silvia combattuta tra il fuggire da quella strada e il desiderio lancinante di entrare tra quelle mura. Nel momento in cui il suo blackberry scattò sulle 17, Silvia compose il numero 1713. Un attimo dopo sentì il “clack” che sbloccava la serratura.
    
    L’atrio fresco le fece venire i brividi sulla pelle, sentì i capezzoli indurirsi. La portineria era deserta, lei si diresse verso l’ascensore, uno di quei vecchi modelli a grata che permettevano di vedere chi saliva o scendeva. Quando la cabina arrivò con una lentezza irritante, Silvia schiacciò il tasto 4, quindi iniziò la sua ascesa verso… “Verso l’inferno o il paradiso?” si chiese in silenzio Silvia.
    
    Quando la cabina terminò la salita, Silvia, le mani sudate e tremanti, pasticciò con il meccanismo di apertura ma finalmente sbucò sul corridoio.
    
    Si avvicinò alla seconda porta a sinistra, la trovò socchiusa. “È la tua ultima occasione di cambiare strada” urlò una voce dentro di lei. Aprì la porta, entrò nel silenzio, il suono che fece quando si richiuse le fece balzare il cuore in gola. Davanti a lei un ingresso sembrava portare verso quello che doveva essere il soggiorno. I tacchi risuonarono sulle piastrelle lucenti mentre si avvicinava alla porta. Di fronte a lei, quasi all’opposto del grande salone, lui era seduto in poltrona.
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