1. Cadorna, stazione di Cadorna (capitolo 9)


    Data: 09/04/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Mister Pink, Fonte: EroticiRacconti

    9 - L’appuntamento
    
    Per qualche minuto Silvia fece fatica a respirare. Lo aveva fatto. Aveva chiamato lo sconosciuto della metro, come cento volte aveva pensato di fare e come cento volte si era bloccata dandosi della matta. Però l’ultima notte con Piero aveva lasciato il segno e soprattutto quella voglia crescente che sentiva montare dentro di lei alla fine aveva tracimato i suoi argini.
    
    E così quel mattino, spediti i figli a scuola e salutato Piero con un nervosismo che le era sconosciuto, mentre si preparava per il lavoro aveva preso la decisione. Aveva infilato un completino bianco molto sensuale, e visto che il caldo aveva deciso di non rompere l’assedio alla città, aveva scelto dall’armadio un vestitino, anch’esso bianco, di lino. Sulla pelle già un po’ accaldata anche pochi minuti dopo la doccia dava un senso di rassicurante leggerezza e frescura, mentre la trasparenza del tessuto permetteva a chiunque di vedere, ma non troppo, che cosa si celasse sotto l’abito. Allacciò tutti i bottoni, meno gli ultimi due dal basso e altrettanti all’altezza dei seni. Così, a ogni passo una bella porzione della sua coscia sarebbe stata visibile a chi ne avesse incrociato il cammino, mentre anche la forma del seno avrebbe catturato più di uno sguardo.
    
    Ai piedi, quasi a voler creare un legame con quello che era avvenuto quella notte e quello che si apprestava a fare, rimise le scarpe di quella sera, il tacco 12 che le dava uno slancio e contribuiva a mettere in risalto le ...
    ... forme del suo sedere. Quando allacciò il cinturino alla caviglia provò un brivido di piacere, come se quel semplice gesto di unire i due lembi di cuoio significasse attraversare e chiudere una porta che si era improvvisamente aperta nella sua vita.
    
    In macchina si trovò a respirare pesantemente, mentre avanzava a rilento nel traffico.
    
    “Lo hai voluto tu” rivolse un messaggio mentale di sfida a Piero, come per incolparlo di quello che si apprestava a fare, ma in realtà Silvia sapeva che l’unica colpevole di questa situazione era lei.
    
    Prese il blackberry, collegò l’auricolare, schiacciò la lettera A e subito un elenco di nomi le apparve sotto gli occhi. Con la rotella ne scrollò un po’, finché si fermò su quel APRENDO che si era inventata al momento di memorizzare il numero. Un’anagramma nato dal tono fermo e che non ammetteva repliche con il quale quell’uomo le aveva parlato nella metro e che, rifletté ora con un sorriso, non avrebbe potuto essere più azzeccato. Stava aprendo la porta su un mondo nuovo, un mondo del quale, in questo momento, non sapeva assolutamente cosa aspettarsi.
    
    Un ragazzo in moto si affiancò al semaforo e senza nessun imbarazzo prese a guardarle le gambe, ampiamente scoperte dallo spacco. Lei lo guardò e per un momento fu tentata di sistemare il lembo del tessuto e mandarlo a quel paese. Invece, stupendosi un po’, allargò ancora un po’ le gambe, gli rivolse uno sguardo di sfida e mentre il semaforo passava dal rosso al verde accelerò. Pochi minuti ...
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