1. Il sassolino verde


    Data: 20/01/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: antonio89x, Fonte: xHamster

    I luoghi della mente sono centinaia, migliaia… e certi sembrano fatti di un’essenza così reale, che vorresti non uscirne mai più, ma poi, ti rendi conto che sono trappole, vicoli ciechi, strade senza uscita, ma in un modo o nell’altro DEVI fuggire… anche se ciò comporta circondarti di una falsa libertà, di una libertà invisibile… il prezzo di quella vera, è troppo grande…
    
    Non l’ho più ritrovato, quel sassolino perduto nel giardino del mistero, dove le altalene vanno da sole, e di notte il vento culla i fiori, raccontando loro storie per farli addormentare.
    
    Un posto dove il sole sorge di notte, riposandosi di rado e dove il silenzio regna, assicurandosi di tanto in tanto, che il costante chiacchiericcio di tutti, non faccia troppo caos.
    
    L’avevo trovato per caso, un giorno, in una buca.
    
    Giocavo a nascondino con le ombre e per poco quelle non mi scoprivano!
    
    Infatti, mi ero rifugiato dietro una quercia appena ne avevo vista una e rannicchiato lì dietro, pregavo affinché non venisse nella mia direzione.
    
    Ero troppo intimorito per sbirciare i loro movimenti e così cercai di scacciare l’ansia mettendomi ad osservare ciò che c’era intorno a me.
    
    Né i campi di grano però, né le bianche staccionate, né l’immensa radura luccicante di colori, riuscivano a mitigare la mia paura. Invece, puntando lo sguardo sul terreno qualcosa attirò la mia attenzione: un piccolo cumulo di foglie costruito con troppo zelo, per poter passare inosservato.
    
    Le scostai infilando le ...
    ... dita nella morbida terra, ed ad un certo punto graffiai con le unghie qualcosa di duro. Istintivamente la mia mano si strinse attorno a quell’oggetto come ad un’ancora di salvezza e tirandolo fuori vidi che era una pietruzza colorata, verde scuro.
    
    Non ebbi il tempo di studiarla più a fondo perché all’improvviso una delle ombre spuntò da dietro l’albero e fui costretto a correre per non farmi acchiappare.
    
    Nella fretta di alzarmi inciampai e caddi, ma impiegai ben poco a riprendermi dallo spavento.
    
    La lucidità di rado viene meno nei momenti di panico.
    
    Correvo. Correvo saltando erbacce, sassi e fiumiciattoli, abbassando continuamente la testa per non sbattere contro i rami contorti degli alberi nodosi e a tratti voltavo la testa per controllare la posizione del mio nemico.
    
    Sembrava non ci fossero, tuttavia alle mie spalle sentivo sempre quel sibilo che solo loro sanno creare, quel rumorino che ti mette le ali ai piedi per quanto è inquietante.
    
    Mi ero pentito di aver accettato quella partita perché la posta in gioco era troppo alta.
    
    Per il perdente, la punizione sarebbe stata dura: un mese intero da trascorrere intrappolato nella casa abbandonata che si trovava al limitare del giardino.
    
    Era piena di spettri, che di notte t’inseguivano o ti sussurravano parole diaboliche nelle orecchie, per impedirti di dormire.
    
    Per il vincitore invece, ancora altri sei mesi di libertà. Fino alla prossima sfida.
    
    Mi voltai ancora e stavolta la vidi.
    
    L’ombra stava per ...
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