1. l’annuncio su internet


    Data: 20/02/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: lamusanera, Fonte: RaccontiMilu

    ... nell’ordine in cui ti ho detto io, e ben distanziati l’uno dall’altro. Poi paghi e mi raggiungi.’
    
    Un minuto dopo ero all’esterno del supermercato, davanti alla cassa in cui la ragazza faceva la fila ed ero pronto a godermi la scena. La mia sottomessa non era a suo agio, si vedeva da come muoveva le mani sulla borsa e sui capelli, da come si guardava intorno, da come evitava di incrociare gli sguardi. Il momento più imbarazzante per lei, e quindi di maggior goduria per me, fu quando arrivò il suo turno e posizionò la merce sul tappetino della cassa. Rispettò alla lettera le mie indicazioni. Mentre cominciava visibilmente a diventare rossa in faccia, continuando a tenere lo sguardo basso, il tappetino continuava a scorrere fin quando il primo articolo non fu nelle mani dell’uomo alla cassa. L’uomo passò i preservativi senza neanche farci caso, con un gesto meccanico ripetuto chissà quante volte quel sabato. Passò il lubrificante allo stesso modo’ ma afferrata la zucchina, e resosi conto che la spesa era finita, ebbe un moto di stupore. Solo allora alzò gli occhi e incrociò il viso infuocato della ragazza. Figuriamoci’ in un noioso ed alienante pomeriggio dietro la cassa del supermercato di un affollato centro commerciale, aveva incrociato una ragazza dal fisico invidiabile che con tutta evidenza, e senza neanche nasconderlo, da lì a poco avrebbe dato sfogo ai suoi pruriti sessuali con una zucchina. Gli si stampò un viscido sorriso sul volto e chiese alla ragazza, con ...
    ... evidente doppio senso : ‘signorina, ha bisogno d’altro?’. La ragazza, ormai un fuoco in viso, fece di no con la testa e mantenendo lo sguardo basso pagò e si affrettò ad uscire. Il viscido la seguì con lo sguardo.
    
    Mi raggiunse e le sorrisi di nuovo. Era evidente che aspettava da me un commento, un giudizio o un gesto di approvazione. La mia domanda invece la spiazzò.
    
    ‘che telefonino hai?’
    
    Stava per dirmi qualcosa ma aveva capito che quello non era il girono adatto a fare domande. Anche in questo caso si era rivelata molto intelligente e si limitò a tirar fuori dalla borsa uno smartphone touchscreen. ‘Bene’ fu il mio commento.
    
    La presi di nuovo per mano e ci avviammo verso un grosso negozio di abbigliamento, di quelli in cui i commessi non ti filano di striscio e non ti disturbano perché sono troppo impegnati a rimettere in ordine il casino che combinano i clienti.
    
    Davanti ad un tavolo espositore di magliette femminili, vicino ai camerini in un angolo del negozio quasi deserto mi rivolsi a lei perentorio: ‘togliti le mutandine’. Solito silenzio da parte sua, si avviò verso il camerino. Non le diedi il tempo di fare un passo: ‘No, le devi togliere qui!’
    
    Stavolta la sua sorpresa fu più forte e non riuscì a lasciarsi scappare un: ‘Qui adesso?’
    
    ‘Qui’ le risposi come se fosse la cosa più normale del mondo sfilarsi le mutandine nel bel mezzo di un negozio di un centro commerciale.
    
    Un rapido sguardo a destra e a sinistra, l’attesa del momento giusto in cui nessuno ...
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