1. Raffaella: da imprenditrice a puttana aziendale


    Data: 21/01/2021, Autore: Jaxxa, Fonte: RaccontiMilu

    ... accarezzano la mia figa ‘senti come sei bagnata’, aveva ragione, anche se nella mia testa quel che avevo fatto non mi era piaciuto e mi ero sentita umiliata, il mio corpo aveva reagito in maniera opposta caricandosi di piacere.
    
    ‘Voglio che anche tu abbia la tua parte di piacere’ e così dicendo comincia a toccarmi il clitoride, le sue dita si infilano tra le mie grandi labbra, sento il piacere aumentare, comincio a gemere, l’altra mano lascia le mie tette, mi afferra la testa e la gira verso la sua, sento le sue labbra appoggiarsi alle mie, sento la sua bocca dischiudersi e la sua lingua entrare nella mia bocca, in modo quasi istintivo, disobbedendo al mio cervello, la mia lingua risponde a quella intrusione e cerca il contatto con la sua, lo scambio di saliva si fa più appassionato, le nostre lingue si avvinghiano l’una all’altra, il piacere dato dalla sua mano e dalla sua bocca continua a crescere, la mia testa va in black-out, ora comanda solo il mio corpo che raggiunto l’apice del piacere esplode in un violento orgasmo. L’essere in balia di Andrea, essere un oggetto nelle sue mani, ha provocato nel mio corpo delle sensazioni mai provate prima.
    
    Togliendo le mani da dentro le mie mutandine afferra i miei peli pubici e li tira con forza, alcuni peli gli restano in mano, li guarda soddisfatto ‘Sai, mi sono sempre chiesto se eri rossa anche la sotto… e vedo che lo sei. Però quel cespuglio che ho sentito in mezzo alle tue gambe non mi piace proprio, domani ti voglio ...
    ... completamente depilata. Anzi no, lascia una strisciolina di peli nel mezzo, così sembrerai ancora più sexy.’
    
    ‘Ma io…’
    
    ‘Niente ma, non penserai che mi sia bastato quello che abbiamo appena fatto? Questo &egrave solo l’inizio del nostro nuovo ‘rapporto di lavoro’. Allora domani metti uno di quei vestitini leggeri che porti ogni tanto con una bella scollatura, questo look pantaloni e camicetta proprio non ti si addice. A domani, ciao. Ah, dimenticavo, questa mezz’ora la segno come straordinario.’
    
    Esce e se ne va, io resto qui, ancora imbambolata, come se quello che &egrave appena successo fosse solo un sogno. Mi specchio sui vetri del mio ufficio, ho tutto il viso impiastricciato con il trucco che prima mi &egrave colato lungo le guance. Non posso certo uscire conciata così, vado in bagno e mi risistemo il trucco.
    
    Lascio il mio ufficio e la mia azienda e me ne torno a casa per la cena, riesco in qualche modo a dissimulare l’accaduto e ne mio marito, ne le mie due bambine, si accorgono di nulla.
    
    Dopo cena finalmente riesco a farmi una bella doccia purificatrice, ancora non riesco a credere a quello che &egrave successo, non posso diventare la schiava di un mio dipendente, non posso cedere a questo suo ricatto. Ci deve sicuramente essere qualche via di scampo a questa bizzarra situazione… Ma al momento non mi viene in mente nulla e decido di assecondare il mio aguzzino almeno finch&egrave non mi viene in mente qualcosa.
    
    Apro l’acqua della doccia, prendo le forbici dal ...
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