1. Raffaella: da imprenditrice a puttana aziendale


    Data: 21/01/2021, Autore: Jaxxa, Fonte: RaccontiMilu

    Mi chiamo Raffaella, ho 37 anni, sposata e con due bellissime bambine, sono la titolare di una piccola azienda di distribuzione lasciatami in eredità da mio papà che &egrave venuto a mancare qualche anno fa. A causa della crisi l’azienda non va a gonfie vele e se non abbiamo ancora chiuso &egrave solo un miracolo… o quasi.
    
    Un giorno, Andrea uno dei miei impiegati mi blocca mentre attraverso gli uffici per recarmi nel mio: ‘Scusa Raffaella, ti posso rubare 5 minuti finito il lavoro?’
    
    ‘Va bene, vieni pure nel mio ufficio prima di andare via’, chissà cosa vorrà questa volta Andrea, non sarà la solita richiesta di aumento, ormai avrà capito che non concedo aumenti a nessuno.
    
    Più tardi…
    
    TocToc, ‘Posso entrare?’
    
    ‘Entra pure, dimmi: di cosa volevi parlarmi?’
    
    ‘Sai, stavo dando un’occhiata ai conti della nostra azienda, anzi della tua azienda, e non capivo come facciamo ad andare avanti con la crisi che c’&egrave e con le poche vendite che riusciamo a realizzare’
    
    ‘Beh, sai…’
    
    Mi fa un cenno con la mano per zittirmi. ‘Scusa, non ho ancora finito. Ho visto che stiamo a galla solo grazie ai finanziamenti delle banche. Ma come fa una banca a concedere un finanziamento ad una azienda messa così male? Ho fatto le mie ricerche e dentro al nostro bilancio ho trovato delle voci che non mi convincevano. Ho controllato e ricontrollato e alla fine ho capito che tu e la tua responsabile amministrativa avete gonfiato qualche voce per far si che l’azienda risultasse in ...
    ... positivo e poter così ottenere qualche soldo in più dalle banche.’
    
    ‘Ma che cazzo stai dicendo?’
    
    Non faccio neanche a tempo a finire la frase che mi butta la cartellina che aveva in mano sulla scrivania.
    
    ‘Non sono venuto da te senza avere delle prove, trovi tutto in questa cartellina.’
    
    Apro la cartellina, scorro velocemente i fogli al suo interno e scopro che ha veramente scoperto il mio imbroglio.
    
    ‘E adesso cosa intendi fare? Denunciarmi?’
    
    ‘No, non proprio…’
    
    ‘Cosa vuoi? Soldi?’
    
    ‘Non mi interessano neanche quelli.’
    
    ‘E allora cosa?’
    
    ‘Voglio te! Voglio che tu sia mia, di mia proprietà.’
    
    ‘Starai scherzando!’
    
    ‘Senti, o accetti di diventare per così dire ‘la mia schiava’ o consegno questo fascicolo, e per questo non intendo quello che hai in mano ma una delle svariate copie che tengo al sicuro, alle banche che in un battibaleno ti fanno chiudere e finire sul lastrico e sicuramente scatta anche una denuncia per truffa e frode finanziaria.’
    
    ‘Ma…’
    
    ‘Niente ma! Vediamo se hai capito bene cosa voglio.’
    
    Detto questo, si alza fa il giro della scrivania, si abbassa la zip dei pantaloni e tira fuori il suo cazzo davanti al mio viso. Non voglio cedere, cerco di prendere tempo, ci sarà una via d’uscita a questa situazione.
    
    ‘Non ti ho convinta? Senti, o ci divertiamo assieme o finisci in rovina da sola, decidi tu.’
    
    Mi tocca cedere, non ho via di scampo.
    
    Mi avvicino al suo cazzo e comincio a leccarglielo e a prenderlo in bocca, &egrave bello duro, ...
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