1. Turbamenti di una mattina quasi qualunque


    Data: 18/01/2021, Categorie: Etero Autore: oltreconfine, Fonte: Annunci69

    Quella mattina, come tante altre, arrivai in ufficio come mio solito di buon'ora. Ho sempre apprezzato la quiete dell'ufficio prima che si metta in moto il suo frenetico trambusto, tra telefoni che squillano e "urgenti" scartoffie da compilare. Un modo come un altro per sorseggiare tranquillamente un caffè erogato per pochi cent. dall'immancabile macchinetta e affacciarmi in finestra ad osservare colleghe e colleghi che arrivano alla spicciolata.Ma l'osservazione più attenta è sempre stata nell'ansia,nell'attesa di vedere arrivare la mia capo ufficio della quale io sono il vice. Con lei ci conosciamo ormai da anni e sebbene il nostro rapporto sia improntato a stima,amicizia e confidenziale simpatia reciproca, quel piccolo passo per andare oltre non ho mai avuto il coraggio di muoverlo. Ma quella mattina sentivo che non era come tutte le altre e nel chiedermi il perchè, mi sovvenne il sogno della notte appena trascorsa.Come in tutti i sogni,almeno in quelli che faccio io, non c'è mai una vera e propria trama(da qui, forse, la difficoltà a ricordarli) ma piuttosto delle quasi inafferabili sensazioni,gradevoli o spiacevoli a seconda dei casi, vestite però con gli abiti delle persone a noi più vicine; e la notte scorsa, adesso non avevo più dubbi, gli abiti erano proprio quelli di Valeria, la mia capo ufficio. Eh si, riflettevo tra me: "questa notte era proprio lei e devo a lei questo strano,irrequieto venticello nello stomaco del mattino".Assorto in questi pensieri, ...
    ... mentre cercavo di mettere un pò più a fuoco le immagini sensoriali del sogno, sento Valeria alla mie spalle esclamare: "buongiorno Ale; ma come siamo pensierosi stamane!". Ero talmente distratto nel trastullarmi in quei miei pensieri, che il saluto di Valeria mi colse di sorpresa e quasi lo sentii come un suo entrarmi nel pensiero e per un attimo temetti addirittura che avesse potuto percepirne il contenuto. Girandomi per rispondere al suo saluto, devo aver assunto un'espressione talmente insolita, tipo ebete che cerca di dissimulare il proprio deficit mentale, che Valeria aggiunse: "ma Ale...sicuro di stare bene? Mi riconosci? Sono io, Valeria e non credo di somigliare ad un incubo per come mi guardi". Devo proprio essergli apparso come in trance e probabilmente quel mio particolare stato di stordimento mi ha fatto pronunciare in risposta alle sue parole qualcosa che altrimenti non non avrei mai detto: "Si,si Valeria, sto bene, non preoccuparti; il fatto è che tu non sei un incubo, ma il sogno segreto di tutti questi anni di lavoro insieme". Valeria spalancò, tra l'incredulo, il compiaciuto ed il divertito, come mai li avevo visti, i suoi occhioni azzurri e sorridendo aggiunse: "e no Ale, stamane hai qualcosa che non va! Non appena stai un pò meglio raggiungimi nella mia stanza che ne parliamo". Mentre si allontanava e ne osservavo le sinuose movenze, tipiche della sua andatura dovuta anche ai generosi tacchi, mi resi conto di aver fatto la frittata, come peggio non avrei ...
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