1. La mia alunna - pt. 2


    Data: 31/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: SebiBello, Fonte: Annunci69

    ... spararmi cazzate per favore”
    
    “Oh ma che sei diventato uno stalker? Ma rilassati eh...”
    
    Intanto aveva aumentato il ritmo e spesso aspettava qualche secondo prima di rispondere da quanto era presa a succhiare. In un fugace attimo di lucidità mi resi conto che non sarei durato molto così.
    
    “Bea non ti sento bene ma dove sei?”
    
    “Sono a casa, te l'ho detto!”
    
    “Non so, sento dei rumori strani...smettila di dire balle”
    
    “Oh ma che cazzo ora mi hai rotto! Ci sentiamo quanto ti sono passate queste paranoie”
    
    E riattaccò. Io non persi tempo, la presi in braccio e le allargai le gambe facendola scendere sul mio cazzo. Lei non portava mutandine ed era già fradicia così che le fui dentro subito fino in fondo, facendole scappare un grido. Iniziai quindi a spingere, mentre lei assecondava il mio movimento: era già al limite dell'orgasmo, con io che le mordevo il collo e il seno e con le mani le allargavo le chiappe, sfiorando con le punte delle dita le labbra della sua vagina, da cui ad ogni colpo schizzavano alcune piccole gocce di piacere. Stavo proprio pensando a come fosse brava a far scivolare dentro e fuori tutto il pene, stringendo le gambe per sentire ogni vena quanto suonò il citofono. Lei mugolò (non so bene se di piacere o per l'interruzione) e non si alzò fino a che citofonarono di nuovo. Io la seguì e non appena prese in mano la cornetta le misi la testa fra le gambe, iniziando a leccare in profondità la sua passera e a mordicchiarle l'interno ...
    ... coscia.
    
    “Chi è?”
    
    “Beatrice sono io scendi”
    
    “Primo non prendo ordini da te, secondo ti ho detto che non voglio parlarne”
    
    La situazione non era proprio ideale ma lei sembrava tranquilla così continuai il mio lavoro, concentrandomi sul clitoride, che succhiavo e leccavo lentamente.
    
    “Dai per favore sai che odio quando litighiamo!”
    
    “No, ho detto di no!”
    
    Dall'altro lato del citofono si sentì l'inconfondibile “clic” del portone che si apriva.
    
    “E' appena uscita la Maestrelli, salgo!”
    
    “Cazzo”, Beatrice attaccò risistemandosi il vestito e specchiandosi nello specchio li vicino per riordinare i capelli.
    
    “Corri, nel mio armadio in camera!”
    
    Col senno del poi avremmo potuto affrontare la situazione in ben altra maniera ma in quel momento non ebbi tempo per pensare, raccattai velocemente le scarpe e i pantaloni e corsi in camera. Il suo armadio aveva la cassettiera nella parte bassa così ero in una posizione scomodissima, mezzo seduto e mezzo in piedi. Fortunatamente le ante avevano quella classica struttura a “persiana” che mi lasciavano prendere aria fresca, mantenendomi comunque praticamente invisibile essendo seminascosto dai vestiti e più in alto della visuale di una persona comune.
    
    In salotto poco a poco la situazione sembrava rasserenarsi dopo la tensione iniziale. Non sentivo bene ma Beatrice con la solita furbizia sembrava essere riuscita a sbolognarsi del tipo, ricordandogli che presto sarebbe tornato il padre.Intanto il mio soldato si era dato al riposo, ...