1. la mia convocazione in azienda


    Data: 21/12/2020, Categorie: Lesbo Autore: DonnaCamaleonte, Fonte: RaccontiMilu

    ... appuntamenti romantici’ Un po’ mi mancava tutta quella fase, ma un po’, mi rendevo conto, desideravo un rapporto più adulto e meno da adolescente. Eppure, quell’immersione in una quotidianità fatta di tante piccole cose, mi metteva di buon umore.
    
    Entrammo in fretta in confidenza e così mi rilassai. Mi sedetti più comodamente e distesi le gambe, cercando di non urtare quelle della mia dirimpettaia di treno. Non volendo le diedi una botta con il tacco; le chiesi scusa sorridendo e notai che mi osservava al di là delle grandi lenti scure dei suoi occhialoni da sole. Forse era solo una mia impressione, ma avevo avuto la netta sensazione di avere catturato la sua attenzione.
    
    ‘Ma cosa vai a pensare’, continuavo a ripetermi, ‘non vedi quanto sono carine e innamorate quelle due?’. Così chiusi gli occhi e provai a rilassarmi un po’: il viaggio era lungo e io avevo bisogno di concentrazione per fare la migliore impressione possibile sui miei capi d’azienda. Credo di essere sprofondata in un sonno senza pensieri, quando avvertii una strana sensazione’ Non sapevo se stavo sognando oppure no, ma ebbi come l’idea che qualcuno stesse sfiorando la mia coscia destra. Era un tocco lieve e delicato: sembrava un sogno così reale che mi sembrò addirittura che questa mano stesse scostando il lembo della gonna per andare più in profondità, per avventurarsi lungo il profilo delle mie autoreggenti. Aprii gli occhi e mi resi conto che forse era davvero solo un sogno, seppure in effetti la gonna ...
    ... sembrava più alta di come la ricordassi: le mie ginocchia erano belle in vista, ma magari era stata colpa di bruschi movimenti dovuti al sonno. Mi accorsi che delle due vicine ne era rimasta solo una, ma non mi posi grosse domande. Sorrisi e le dissi che stavo andando a prendere un caff&egrave al bar, se magari aveva piacere di unirsi a me. Lei fu ben contenta di farlo, aggiungendo che avrebbe lasciato un biglietto alla sua compagna che era andata alla toilette. Così ci incamminammo lungo il treno fino alla carrozza ristorante, io davanti a lei. Sul momento pensai che fosse colpa della velocità del treno, ma in un paio di occasioni mi sembrò davvero di sentire una botta sul sedere: forse andavo contro i vari sedili, oppure’ Oppure era lei che voleva tastare la consistenza del mio fondoschiena? Liberai presto la mente da quel pensiero malsano: no, non poteva proprio essere.
    
    Così, arrivammo alla carrozza ristorante e ordinai due caff&egrave. Lei aggiunse anche una brioche: aveva fame mi disse e avremmo avuto modo di chiacchierare un po’ di più. Il caff&egrave sul treno fa veramente schifo, eppure la mia nuova amica sembrava degustarlo con piacere: posava le sue labbra sul bordo del bicchiere di carta, tirava fuori la punta della lingua e mi resi conto che la stavo osservando con una attenzione che non avevo mai dedicato ad una donna. La vidi mangiare la sua brioche a piccoli morsi, portando il cibo alle labbra in maniera molto sensuale. Mi guardava mentre lo faceva, con uno ...
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