1. Ne è valsa la pena?


    Data: 12/12/2020, Categorie: Masturbazione Autore: topina, Fonte: EroticiRacconti

    ... gli occhi mi si ripresentò la scena del nostro ultimo incontro, con le sue labbra morbide avvinghiate al mio cazzo, che a questo punto era di nuovo duro. Continuai a pensarci, imponendomi però di non toccarmi, mi girai fra le lenzuola pieno di desiderio, con il pacco che spingeva nelle mutande e la pelle bollente. Finalmente, dopo non so quanto tempo, mi addormentai.
    
    Il mattino dopo mi svegliai improvvisamente in un bagno di sudore e con un’erezione potente. Nella notte la mia mente doveva aver continuato a lavorare, e chissà cosa avevo sognato. Il risveglio brusco aveva abbassato le mie difese, ed iniziai a toccarmi, questa volta senza seguire la regola della sera prima. Mi accarezzai dolcemente il cazzo, insistendo sulla punta più sensibile, avvolgendolo con entrambe le mani. Il mio respiro aumentò di intensità, la mia mano iniziava a muoversi sempre più veloce, ero ripiombato in una specie di sonno drogato, la prospettiva di rilasciare tutta la tensione accumulata il giorno precedente stava sciogliendo i muscoli del mio corpo, l’urgenza era sempre più forte. Iniziai a gemere di piacere, sentire i miei mugolii mi eccitava, ero quasi alla fine. Il suono della mia stessa voce però mi riportò alla realtà, e mi accorsi con terrore che ero al limite della sopportazione. Allontanai le mani, mentre il mio corpo si inarcava per il bisogno di essere soddisfatto. Urlai dalla frustrazione, prendendo a pugni il materasso. Il mio cervello era stato risucchiato dal mio cazzo, non ...
    ... capivo più niente, l’unica cosa che ero in grado di pensare era non venire, non venire, mentre ogni fibra del mio essere mi implorava di lasciarmi andare, di rompere la promessa. Era un supplizio, cercai di immobilizzarmi, di controllare il respiro, ma non riuscivo ad aver ragione degli spasmi del mio corpo, sentivo i muscoli contrarsi nel tentativo di domare il bisogno di piacere, e lo sforzo di rilassarli mi faceva tremare. Rimasi agonizzante nel letto per credo un’ora, ascoltando le ondate di desiderio che si facevano sempre più sorde, senza però mai fermarsi. Quando ritenni di potermi alzare senza che le gambe mi cedessero, mi feci una lunga doccia, gelata, di nuovo.
    
    Dopo la doccia mi ero ripreso, ma mi sentivo come un cavallo in gabbia, avevo voglia di urlare, di muovermi, non riuscivo a stare fermo. Guardai l’orologio: le 6,14. Cazzo, non avevo dormito niente, come era possibile che avessi tutte queste energie? Non potevo rimanere in casa fino alle 8, quando sarei dovuto uscire per andare al lavoro, sapevo che sarebbe stato troppo pericoloso, non mi fidavo della mia mente né tanto meno del mio corpo, e non ero in grado di sopportare di nuovo il supplizio del risveglio. In più avevo bisogno di sfogarmi. Decisi di andare a correre, non lo facevo da mesi, ma lo avevo sempre trovato liberatorio.
    
    Corsi per oltre un’ora, la musica nelle orecchie ad alto volume, il cuore che mi batteva forte per lo sforzo. Mentre correvo, decisi che se non potevo controllare la mia mente dal ...
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