1. La vicina di terrazza


    Data: 08/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Vandal, Fonte: EroticiRacconti

    ... Casetti, medico interinale al pronto soccorso. Ada Casetti, di anni 23, secondo anno di Giurisprudenza. Ada, così morbida nelle sue forme, così appetibile nel suo corpo.
    
    Più di una volta ho intuito gli sguardi lascivi dei miei condomini. Non c’era maschio presente nel palazzo che, non si girasse di guardarla di sottecchi, facendo apprezzamenti sporchi, fischiando piano, o limitandosi solo lanciare occhiate eloquenti.
    
    E lei ne era consapevole di quegli sguardi. Li lasciava fare, faceva apposta a muovere di più il culo quando camminava e usava delle magliette che lasciavano un collo abbastanza profondo per far ammirare meglio il panorama delle sue tette.
    
    Io ero uno di quelli ma, cercavo sempre di dissimulare quando ero in presenza di Giulia e, in sua mancanza, facevo finta di niente mentre, nella mia testa, ronzavano cazzi e fighe come api in un alveare.
    
    Ada, il sogno proibito.
    
    E, quando l’ho vista lì, nuda sulla sdraio a prendere il sole, ho sentito il gonfiore nei pantaloni e quella voglia prepotente di fare sesso selvatico con lei. Come ai vecchi tempi, come quando ero al liceo e sperimentavo i primi amori, le prime fasi del sesso.
    
    Ma restano solo e unicamente fantasia.
    
    Sono sposato. Quello che si ripetono tutti gli uomini quando conoscono qualcuno più giovane di loro. Sposato: parola tabù.
    
    Un’ora dopo, Giulia è rientrata. La trovo in camera da letto, piegata a novanta, intenta a slacciarsi le scarpe. Le arrivo da dietro e le afferro saldamenti i ...
    ... fianchi “Ciao caro..” e s’interrompe. Poiché sono nudo e premo il pene turgido tra le sue chiappe ancora rivestite di stoffa
    
    “Uh!” fa lei “Aspetta che mi tolga le..”
    
    MA io sono più svelto, afferrandola da dietro, le slaccio la gonna e gliela sfilo, seguita subito dagli slip neri che le ho regalato a Natale. Di prepotenza e di violenza, la penetro analmente, lei che si sbilancia in avanti con un grido e si appoggia al bordo del letto per non cadere a faccia in giù. E io, come un animale che ha soffocato da troppo tempo la voglia di sesso, entro di prepotenza, come un pistone nel blocco motore di un auto. E lei che lancia gemiti e di dolore e di piacere. Poi, come colto da una frenesia che non riesco a controllare, la volto e la penetro più volte, sempre con voga, quasi con violenza.
    
    Alla fine, l’orgasmo liberatorio, che mi riporta in mente torrenti montani improvvisamente gonfi di pioggia. Spossati, sudati, appagati, sdraiati uno accanto all’altro. Lei ha su ancora la giacca e la camicetta “urka!” ansima lei “A cosa devo questo onore?”
    
    “Ho avuto uno sblocco” rispondo
    
    “Ti è arrivata l’ispirazione?”
    
    “Più o meno”
    
    “Più o meno?”
    
    “Sì… Ho visto la luce e, dovevo sfogarmi in qualche modo”
    
    “E’ stato quasi uno stupro” e si mette a ridere “Spero ti vengano più spesso queste cose”
    
    “Ti piaciuta questa violenza?”
    
    “Beh, magari non troppo violento ma, il sesso..” rotola verso di me “Quello è sempre ben accetto”
    
    -
    
    Ada la vedo ogni volta che salgo sul ...