1. La mia vita di Ester P


    Data: 01/12/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Lesbo Autore: maxtaxi, Fonte: RaccontiMilu

    ... funerale, ma questa era una cosa solo nostra. Una nostra idea.
    
    I giorni sono trascorsi lentissimi. Eravamo in ansia, nervosi. Non stavamo più nella pelle, ma dovevamo fare tutto nel migliori dei modi. Tutto doveva essere fatto seguendo le carte bollate, i consigli dell’avvocato e la magistratura anche se in questi casi è veloce, è pur sempre troppo lenta e farraginosa.
    
    Eravamo pronti da tempo e aspettavamo solo la telefonata.
    
    Anche i nonni hanno capito che qualcosa era cambiato. Sia io che mio fratello eravamo più socievoli, meno musoni come dicevano loro.
    
    Infatti avevo ripreso a mangiare con gusto, a non lamentarmi su tutto e tutti. Uscivo più spesso di casa anche se restavo sola ed emarginata. Non avevo legato molto con le compagne di scuola. Non avevo una compagnia e il mio unico svago in paese era l’andare verso il fiume e vedere scorrere l’acqua o rifugiarmi in biblioteca nella lettura di qualche libro.
    
    Spesso restavo sulle gradinate dello stadio a vedere mio fratello giocare a pallone. Io facevo i compiti tanto per rendere contenti i nonni e nel frattempo aspettavo lui che finisse per poi tornare a casa assieme. Il tempo sembrava non passare mai e alternavamo sia io che i miei fratelli momenti di euforia con altri di estremo nervosismo.
    
    Quando è arrivata la lettera, eravamo a fine estate e ha preceduto solo di pochi minuti la telefonata di mio fratello. Eravamo nel bel mezzo della bufera. I nonni erano su tutte le furie e sbraitavano come cani ...
    ... idrofobi. Non potevano immaginare che il maggiore dei nipoti avesse ottenuto la tutela e l’affidamento dei fratelli. Di tutti noi.
    
    Dall’arrivo della lettera alla telefonata per dire ai miei fratelli che l’avevamo ricevuta e il fare i bagagli ci volle pochissimo tempo e per uscire di casa solo la frazione di tempo necessaria per chiudere la porta alle nostre spalle. I nostri nonni non ci hanno voluto neppure salutare o portare alla stazione e noi non abbiamo chiesto e fatto nulla per far loro cambiare idea.
    
    Avevamo organizzato tutto. Sapevamo gli orari dei treni, dei bus. Quanto sarebbe costato e la durata. Eravamo disposti anche a dormire in mezzo alla strada pur di riabbracciarci e rivederci uniti.
    
    Per tutta l’estate volevamo incontraci, ma c’è lo hanno impedito. Il nostro ultimo incontro risaliva a Pasqua e fu più un evento fortuito e forzato. Fatto sta che questo ci permise di poter andare avanti e poter terminare la scuola.
    
    Se non fui bocciata anche in quell’anno, era perché alcuni professori mi volevano bene e perché a volte rispondevo in maniera educata e corretta alle loro domande. In ogni caso non era mia intenzione tornarci una volta uscita da quel paese.
    
    Nello zaino avevamo tutto quello che ci occorreva per sopravvivere al viaggio. Sapevamo ogni fermata del treno e gli orari quasi a memoria. Avevamo previsto la soluzione per ogni possibile intoppo pur di tornare a vivere assieme.
    
    Sulla banchina della stazione centrale, in prossimità della testa del treno ...
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