1. La mia vita di Ester P


    Data: 01/12/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Lesbo Autore: maxtaxi, Fonte: RaccontiMilu

    La mia vita di Ester P.
    
    Cap. 1
    
    Ricordi
    
    Dopo la morte dei nostri genitori, gli assistenti sociali in accordo con i nostri zii e i nostri nonni ci hanno diviso. Da allora la mia vita, come quella dei miei fratelli è totalmente cambiata.
    
    Penso spesso a come era la vita prima dell’incidente e la rimpiango. Penso alle litigate che facevo con i miei fratelli; alle lotte e le botte che ci davamo’.
    
    Non mancano certo anche i bei momenti. Le lunghe serate a vedere la tv stravaccati a terra o sui divani, le pizzate fatte in casa o le feste preparate con risparmio, ma felici e spensierate.
    
    Ora? Solo tristezza e malinconia. Nella mia camera piango. Mi sono isolata da tutti e da tutto. Gli unici spiragli di luce sono solo le lunghe telefonate con i miei fratelli o quando con il mio fratellino dormiamo abbracciati.
    
    Solo insieme a lui mi sento meglio, mi sento meno sola. Soprattutto di notte quando la mente mi porta a ricordare i bei momenti passati quando eravamo una famiglia felice, normale. La pasta con il ragù, la gita al mare, i picnic fatti al parco, i giri in bici, le partite al pallone nel campetto’
    
    Mi stringo al mio fratellino e così, abbracciati ci addormentiamo.
    
    * * *
    
    Il giorno del funerale. Fra le lacrime vedo gente e facce. Qualcuna la riconosco, altre no. Contorni confusi, ombre che un tempo erano i miei compagni di scuola, figure senza contorno e visi tristi mi abbracciano, patetiche frasi di circostanza, altri adulti, amici che porgono le loro ...
    ... cortesi condoglianze. False figure che dopo aver messo i nostri genitori sotto terra non si sono fatti più vedere.
    
    Siamo rimasti soli. Noi quattro. Siamo abbracciati che contempliamo la grossa buca che accoglie le bare dei nostri genitori. Le casse non si intravedono a causa della quantità di fiori che sono stati lanciati dentro.
    
    Piangiamo a dirotto. Non ci tratteniamo. Io per lo meno. Passo da una spalla all’altra, da un abbraccio all’altro. Siamo uniti. Siamo soli. Siamo una famiglia ci diciamo. Cerchiamo di consolarci in qualche modo, di farci coraggio. Sappiamo già cosa ci accadrà e questo ci rende ancora più tristi. Non stiamo solo seppellendo i nostri genitori, ma anche la nostra famiglia, la nostra vita.
    
    Ci separiamo piangendo ancora. Saliamo in macchina dopo esserci salutati fra le lacrime. Ci guardiamo attraverso i finestrini per un ultimo saluto e ciò che vediamo sono solo visi tristi rigati dalle lacrime.
    
    Unica magra consolazione, io sono con il mio fratellino. Ci stringiamo la mano mentre le macchine si avviano lungo la strada, verso l’autostrada. Ogni auto prende la sua direzione ed è tutto finito. Non esistiamo più come famiglia.
    
    Ci restano solo ricordi.
    
    * * *
    
    Durante il periodo scolastico vigeva l’anarchia. Il primo che entrava in bagno aveva ogni diritto. Vivere in sei in un piccolo appartamento non era facile. Gli scontri su chi avesse precedenza per entrare in bagno erano all’ordine del giorno. Un unico water, un unico lavandino, un’unica ...
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