1. Quella lunga estate calda


    Data: 19/11/2020, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    Sono passati la bellezza di tredici anni, ma non ho mai dimenticato cosa accadde in quel periodo.
    
    Eh sì’ sto parlando dell’estate del 2003. Quella famosa lunga estate torrida.
    
    Tre mesi di temperature sempre al di sopra dei 35’C di giorno e che di notte non scendevano mai al di sotto dei 25-26’C. Insomma’ caldo di giorno e caldo di notte. Si boccheggiava ovunque e non si poteva nemmeno andare in montagna per avere un po’ di fresco e al mare si stava bene solo se si stava immersi in acqua.
    
    Mancavano pochi giorni alla fine delle scuole quando iniziò il caldo. Tutti speravano che finisse presto ma era già passato il mese di giugno e faceva sempre più caldo.
    
    I primi giorni soffrii veramente, ma poi lentamente mi abituai al caldo. Superata la prima settimana, attuai tutte le strategie possibili per sopravvivere. Ovviamente con i dovuti accorgimenti:
    
    1. eliminare il reggiseno (altrimenti sempre zuppo di sudore)
    
    2. vestire con abiti chiari, leggeri e non aderenti
    
    3. evitare di stare fuori da metà mattina a metà pomeriggio
    
    4. bere tanto!
    
    In casa c’era sempre caldo e non serviva tenere le finestre aperte di notte per rinfrescare.
    
    Papà non aveva mai voluto mettere il climatizzatore in casa (anche perché non ce n’era mai stato bisogno veramente, prima) perciò in ogni stanza c’era almeno un ventilatore in funzione.
    
    La mamma era partita già da un paio di settimana perché con questo caldo la nonna (sua madre) non stava bene. Perciò stava a casa sua ad ...
    ... accudirla ma ogni due o tre giorni ci telefonava per informarci su come andava.
    
    Era la notte tra l’11 e il 12 luglio quando capitò.
    
    Erano le due o forse le tre. Non ho mai guardato l’ora. Mi ero alzata per andare in bagno e poi in cucina a bere.
    
    Come dicevo faceva caldo anche di notte, per cui dormivo solo con le mutandine.
    
    Mi ero alzata senza accendere le luci e dopo essere andata in cucina, stavo tornando in camera, con la speranza di riuscire a riaddormentarmi.
    
    Buttai un’occhiata verso il patio e lo vidi. Mio padre, in piedi, appoggiato ad una colonna della veranda che guardava il cielo.
    
    La luna era quasi piena (ne mancava giusto un pezzettino) e illuminava il giardino. Era tutto nero e grigio. Molto suggestivo’
    
    Insomma, mio padre era lì in giardino che prendeva il fresco. Stavo per avvicinarmi a lui quando mi ricordai che non avevo niente addosso.
    
    Rimasi ferma per qualche minuto ad osservarlo. Alto, robuste spalle da uomo navigato, vita stretta, gambe muscolose per via delle biciclettate settimanali. Era proprio un bell’uomo, affascinante e anche attraente.
    
    Era un tipo così che avrei tanto voluto per marito.
    
    Stavo per allontanarmi silenziosa, quando inciampai nella sedia del tavolo da pranzo.
    
    ‘ Ahia ‘ strillai, saltellando dolorante su un solo piede. Avevo pestato le dita del piede contro la gamba della sedia.
    
    Papà mi sentì e accorse, sostenendomi per un braccio.
    
    ‘ Ti sei fatta male, Sara?
    
    ‘ Non più di tanto’ sta già passando, ...
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