1. Il tradimento di mia moglie


    Data: 26/10/2020, Categorie: Tradimenti Autore: marito cornuto, Fonte: EroticiRacconti

    ... Rimarrà soddisfattissima, signor Daniele, glielo garantisco – mi assicurò Paco, portandosi una mano al petto.
    
    Come potevo immaginare che l’espressione di Paco celasse un suo ennesimo doppio senso?
    
    - La camera matrimoniale sarà l’ultima che tinteggeremo, così avrete ancora tempo per dormirci senza avere problemi – aggiunse Paco.
    
    Fu al ristorante, mentre pranzavo con Daniela e i miei suoceri, che incominciai ad avvertire secchezza alle narici. Il giorno dopo (lunedì mattina) mi destai con le membra indolenzite, la gola irritata e il naso che incominciava a colarmi, tuttavia dovevo andare a consegnare urgentemente della merce ma Nadia era talmente apprensiva che evitai di dirglielo. Partii alla solita ora, otto e mezzo del mattino. Salutai Paco e Amos già intenti a lavorare. Notai che entrambi avevano la barba rasata di fresco e avvertivo odore di colonia, dettagli che avrebbero dovuto insospettirmi, ma come potevo dubitare di una moglie amorevole come Nadia. Di regola mi salutava accanto alla porta d’ingresso, mi baciava sulle labbra, poi si raccomandava che guidassi con prudenza, ma quel mattino mi parve addirittura più premurosa del solito, perché venne a salutarmi nella rimessa, accanto al furgone. Mi diede un bacio appassionato, facendomi sentire la lingua in bocca. Accostò il corpo al mio, al punto che mi fece avere un’erezione sebbene mi sentissi giù di corda. Le dissi che se non tornava subito in casa, l’avrei sdraiata sul pavimento della rimessa.
    
    Avevo ...
    ... fatto una trentina di chilometri in autostrada quando incominciai ad avvertite la fronte scottarmi. –
    
    - Porca puttana, che mi stia prendendo la febbre? -
    
    Uscii dall’autostrada e consegnai la prima merce. –
    
    Giunsi alla seconda tappa delle mie consegne. Il proprietario della ditta mi disse che avevo una brutta cera. Gli rivelai di non sentirmi particolarmente in forma. Mi sentì starnutire e dare un paio di colpi secchi di tosse. M’invitò a seguirlo in infermeria perché mi misurassi la febbre. La linea rossa salì a trentotto e quattro. -
    
    - Tornatene a casa e infilati a letto – mi suggerì il cliente offrendomi un’aspirina. -
    
    Giunsi a casa alle dieci e mezzo. Trovai il mio passo carraio ostruito da un’auto. – Accidenti alla scarogna, proprio stamattina doveva capitare! Non mi andava di cercare il proprietario e magari mettermi a discutere. Decisi di cercare un posteggio lungo la strada. Lo trovai distante una cinquantina di metri. Mi affrettai a raggiungere casa. Nel cortile interno c’era il motocarro con il quale Paco e Amos trasportavano il materiale e gli attrezzi da lavoro. Aprii con la mia chiave ed entrai nell’ingresso. C’era buio perché l’entrata non aveva finestre e quella poca luce che ci arrivava, proveniva dalla finestra del tinello attraverso l’accesso ad arco che unisce i due locali, ma se la persiana del soggiorno rimaneva chiusa, era necessario accendere la luce. Annaspai per trovare l’interruttore. Vidi le porte delle stanze chiuse; notai, in un angolo, ...
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