1. La venere di ... milos


    Data: 21/10/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: lokidiana, Fonte: Annunci69

    ... posto, i miei completini intimi li avevo già sfoggiati abbondantemente durante l’anno per la gioia di Federico, non era il caso di portarli in ferie, e poi…. …poi sapevo che non mi avrebbe lasciato coprire molto: più volte nei momenti in cui facevamo l’amore mi aveva confidato di volermi ‘esibire’ sulle spiagge dell’isola; confidavo, eccitata e divertita, che avrebbe mantenuto fede ai suoi peccaminosi pensieri. I miei capezzoli si erano inturgiditi al solo immaginarlo.
    
    Una settimana era già passata, ahinoi.
    
    Erano stati sette giorni splendidi, quelli che ti fanno venire la voglia di non tornare più o quantomeno domandare chi te lo faccia fare di esaurirti nell’esasperante routine quotidiana quando nel mondo ci sono posti dove il tempo semplicemente si ferma.
    
    Diana era ormai nera, mi stupivo ogni volta di come riuscisse ad abbronzarsi a tal punto. Era una pantera che si aggirava per l’isola con un’eleganza e sinuosità da lasciare tutti a bocca aperta.
    
    Non se ne rendeva conto, ma in spiaggia era preda degli sguardi di tutti gli uomini che ci stavano intorno. Le sue movenze feline, i suoi seni stupendi esibiti con disinvoltura disarmante, i suoi capezzoli enormi che come due ciliegie coronavano quelle curve, non lasciavano indifferente nessuno, nemmeno alcune donne che si dividevano fra invidia e maliziosa eccitazione: in particolare le più giovani – per la maggior parte straniere e probabilmente più aperte di mente – davano dimostrazione di apprezzare spesso e ...
    ... volentieri imitando il topless della mia fidanzata per la gioia di noi maschietti con il cazzo perennemente in allerta.
    
    Avevamo anche trovato un piccolo anfratto sabbioso che si affacciava sul mare, nascosto al passaggio della folla, quasi sconosciuto anche agli stessi abitanti del posto.
    
    Per scoprirlo, ci era venuta incontro una pura coincidenza.
    
    Un paio di giorni prima stavamo infatti riscendendo in spiaggia a bordo di una Smart presa a noleggio, avevamo appena terminato di pranzare presso un grazioso ristorante arroccato al centro dell’isola. Diana mi aveva raccontato di come, la mattina stessa, durante una delle sue lunghe nuotate, proprio dietro a un piccolo promontorio roccioso, si era imbattuta in uno yacht a detta sua splendido: “Sai che non me ne intendo e non mi importa nulla, ma non era enorme pur avendo un qualcosa di regale, immagino sia di proprietà di un uomo che ha molto gusto ma che non è abituato ad ostentare. Non so perché, ma ho voluto sfilarmi il costume e continuare a nuotare completamente nuda nei pressi di quell’imbarcazione, nella speranza che qualcuno a bordo mi vedesse, magari spiandomi fra le natiche con uno di quei binocoli che di solito usano. Poi sono tornata da te, amore…”.
    
    Quel racconto mi aveva eccitato da morire e, come spesso accade anche in città, qualche minuto dopo accostai con l’auto alla prima radura e iniziai a scopare Diana sul cofano, mettendola a novanta e premendo la sua testa sulla carrozzeria. Uno di quei raptus cui tanto ...
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