1. Io, Francesca, la donna invisibile


    Data: 15/10/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Gianni_Badesi, Fonte: RaccontiMilu

    ... le 21. Io, quella invisibile di sempre. Io che non mi vedevo da fuori. Io che fuori della macchina non vedevo nient’altro che quell’ombra. Me ne stavo lì ferma, con la mano destra stretta attorno a quel cazzo di ombra e di carne, sempre durissimo, dalle dimensioni sempre sfocate’ Sempre bollente. E con la mano dell’ombra che saggiava la mia, di mercanzia, massaggiandomi con brama il seno. Bollente, indelicata, come le mani di chi si rigira il pacco di sottilette tra le mani, cercando la scadenza.
    
    Ho preso sonno che faceva quasi alba, con le mani che puzzavano del mio piacere ed il mio centro caldo, tra le gambe, che in fiamme urlava pietà. Mi sono calmata solo con una promessa: scriverò due righe a Gianni, anche se non me lo ha chiesto’ E dopo scriverò per me e solo per me quello che penso, di tutto quel che &egrave successo ieri. Mi calmerà.
    
    Sì, perché l’alternativa era continuare a massacrarmi alla ricerca non tanto più del piacere, come avevo fatto all’inizio di quella nottata. No. Perché dopo il primo, il secondo ed il terzo, avevo cominciato a massacrarmi per vincere la tentazione di andarci davvero, in quel parcheggio, a quell’ora di notte, a vedere se davvero un’ombra si sarebbe avvicinata a guardare quanto ero invisibile. A mettermi il cazzo in mano perché saggiassi la mercanzia. E saggiare me e la mia terza di seno che cede alla gravità. E magari a propormi ‘qualcosa di soft se &egrave la prima volta per te”
    
    Come aveva fatto Gianni la sera prima ‘ alle ...
    ... 19, però ‘ al nostro primo incontro. A quello che, c’aveva tenuto a precisarlo, sarebbe stato solo un caff&egrave. Il nostro primo caff&egrave. Stesse parole: ‘saggiare la mercanzia’ e ‘qualcosa di soft, che &egrave di sicuro la prima volta’.
    
    Passo indietro, doveroso. Non so se &egrave il senso di colpa a farmi dire queste cose, ma’ Quel caff&egrave alla fine l’avevo quasi preteso io, da Gianni. Tampinandolo per un mese buono con le mie mail, soprattutto dopo aver scoperto che davvero, come avevo intuito da alcuni dettagli sparsi nei suoi racconti, era delle mie parti. Sì, l’ho tampinato, con mail brevi alle quali ha sempre risposto in maniera molto molto telegrafica. Che m’aspettavo, che potevo aspettarmi, del resto? Invisibile. Una tra tante, troppe, forse. Tre settimane e più di mail, una al giorno, con le mie considerazioni su tutto quel che lui scriveva e che io leggevo. Sempre molto gentili e telegrafiche le sue risposte. Fino a quando, convinta che tanto m’avrebbe detto no, non ho spinto io le cose un po’ più avanti. ‘Un caff&egrave, un pomeriggio di questi? Io sabato sera sarei libera”
    
    ‘Sabato andrà bene, sono libero. Ma solo tra le 19 e le 20, dopo ho un impegno purtroppo non prorogabile. Altrimenti dovremo rimandare a sabato prossimo”
    
    Quando lessi che per lui andava bene, quasi non ci credevo. Mi era sembrato un gioco, invitarlo. Adesso era tutto vero. Adesso avrei dovuto rispondere. Risposi che andava benissimo. Mi ripetei che tanto sarebbe stato un ...
«12...456...13»