1. La stanza


    Data: 12/10/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Lesbo Autore: _saffolina_, Fonte: RaccontiMilu

    ... piaceva molto, usai un poco di gel per far perdere loro un po’ di volume, mi passai della crema per il corpo e mi controllai le ascelle e il pube che tenevo rasati, rinnovai lo smalto alle unghie di mani e piedi e insomma mi sentivo già meglio, andai al guardaroba a scegliere un abito che non stonasse troppo con i capi firmati di Roberta.
    
    Avevo solo un abito di Marella ma era troppo formale e non mi andava di esserlo, non volevo essere fuori tono per una serata non formale quindi decisi di non usare tallieur che richiamassero il lavoro, meglio piuttosto dei jeans o comunque dei pantaloni se non avessi trovata una gonna di pari livello.
    
    La lingerie non mi mancava e scelsi un perizoma bianco molto piccolo e un reggiseno a balconcino con dei bei disegni sul pizzo, misi anche delle calze pure bianche, delle autoreggenti velate bianche, mi guardai allo specchio e risi di gusto, sembravo una di quelle infermiere da Play boy, ovvio parlo della rivista, e in più direi che ero indietro sulla moda di venti anni, mi mancavano solo i calzini bianchi di quei paginoni degli anni ’80.
    
    Tolsi le calze, optai per dei pantaloni morbidi e dei gambaletti per le decollete, poi misi una camicetta un po’ frivola e un cardigan rosso leggero da tenere sulle spalle, borsetta coordinata ed ecco non ero più sul paginone centrale di Play boy ma neppure in nessuna altra pagina di nessun’altra rivista. Ero da buttare.
    
    Ero da buttare ma erano anche le diciotto e ora avevo fretta, decisi di ...
    ... rimanere così e di truccarmi leggermente, avevo trent’anni ma il look collegiale me ne dava al massimo diciotto, ovviamente portati male.
    
    A quel punto la folgorazione, tolsi pantloni e gambaletti, misi dei collant velatissimi e una minigonna in stile scozzese ed ecco la vostra collegiale mi mancavano giusto le codine ma no quelle no!
    
    Arrivai al ristorante in orario e andai al tavolo che io avevo prenotato, ero sola, lei si faceva aspettare, mi sedetti ed attesi, speravo solo che non mi avesse tirato il pacco.
    
    Arrivò con dieci minuti di ritardo, bellissima, non me lo sarei mai aspettata, pantaloni da cavellerizza, stivali, camiciola e giubbottino di pelle, ovviamente il tutto molto firmato, pensai che le mancassero giusto il Kep e il frustino. al pensiero del frustino sussultai.
    
    Ci sedemmo e ordinammo del vino rosso in coppa, poi invece di ordinare la cena continuammo a parlare come se dal bar del primo pomeriggio non ci fosse stata nessuna interruzione, capii di essere in completa sintonia con Roberta e la cosa mi era capitata di rado e solo con persone con cui poi avevo avuto delle storie serie.
    
    Parlammo del più e del meno, ora lei si stava aprendo di più, scherzammo sui nostri abbigliamenti, le chiesi dove aveva lasciato il cavallo e lei mi chiese quale scuola frequentassi, insomma ridevamo su queste cose e ci dimenticavamo del tempo e del motivo per cui eravamo lì, ordinammo la cena, bevemmo vino poi verso le undici di sera decidemmo di pagare e andarcene a ...
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