1. La felicità


    Data: 10/10/2020, Categorie: Cuckold Etero Lesbo Autore: iranes, Fonte: RaccontiMilu

    ... Firmai i documenti e il giorno dopo avrei fatto l’inventario. Fortunatamente la casa di Marta non era lontana, neanche venti minuti e fummo lì. Salimmo e mi ritrovai in un posto perfetto, quasi immacolato. Mi venne spontaneo chiederle come facesse e lei candidamente mi rispose
    
    «Non ci vivo, ci torno solo a dormire. L’unica cosa che tengo sono cose per fare aperitivi e bere un bicchiere della staffa»
    
    «Mi piace come idea» e in effetti facemmo quello per tutta la sera. Bevemmo, ridemmo e scherzammo tutto il tempo. Aveva la pelle curata, era minuta, ma c’era qualcosa di diverso in lei, come fosse più porca, le piccole labbra sempre semi aperte, gli occhi birichini e i suoi movimenti. La sua mano così lunga e affusolata non aveva fatto altro che stare posata sulla mia gamba, mi era venuta un’erezione dall’inizio della conversazione e lei faceva finta di niente, ma ero certo avesse notato la situazione. Strinsi delicatamente il suo polso e la tirai verso di me, ci baciammo. Fu qualcosa di naturale, come se lo avessimo sempre fatto, se non avessimo mai smesso di vederci e fare sesso. Fu l’occasione per ritrovarci e per ricominciare a godere dei nostri corpi. I nostri gesti erano rabbiosi, carichi di una passione dimenticata improvvisamente riaccesa, era come se avessimo voluto scaricare tutti quegli anni mancati in un’unica notte. Marta si lasciò cadere in avanti sdraiandosi su di me. Non ci mise che un secondo a sbottonarmi i pantaloni e afferrare il mio cazzo. Persi il ...
    ... respiro quando sentii le sue labbra chiudersi come una morsa, il calore della sua bocca mi investii, mentre annaspavo con le braccia sul divano per cercare di tirarmi su. Non si mosse di un millimetro, tutto il mio cazzo in bocca fino in fondo senza alcuno sforzo apparente. Le afferrai la testa e la spinsi verso il mio cazzo ancora più a fondo poi mossi il mio bacino dentro e fuori, sempre più veloce e un movimento sempre più lungo, Marta continuava a ingoiare ogni centimetro del mio cazzo senza problemi, era una professionista del pompino. Mi staccai definitivamente e mi guardo con suoi occhi selvaggi, era contrariata e mi prometteva punizioni e ne ero felice. Mi montò sopra ancora vestita, tanta era la voglia da superare pure le costrizioni dei vestiti. Si impalò su di me e fu una liberazione, ci sentivamo realizzati, ci guardammo negli occhi e quella furia era come svanita per magia, ora che eravamo ricongiunti avremmo solo voluto non finisse mai. Si muoveva lenta, dolcemente su di me, assaporando ogni centimetro del mio cazzo, ero incantato ad osservarla e non so bene quanto tempo passò, mi risvegliarono le sue urla
    
    «Simone! Sì, Simone! Sei così duro!» ero certo di una cosa, ero stanco di essere passivo sotto di lei. Le afferrai le gambe e mi alzai in piedi sorreggendola
    
    «Ora ti faccio godere» le annunciai spavaldo
    
    «Oh sì! Fai l’uomo! Fai il maschio! Fai godere la femmina! Domala!» Urlò senza senso. La scopai con colpi profondi, violenti, veloci, la sentii scuotersi, ...
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