1. La felicità


    Data: 10/10/2020, Categorie: Cuckold Etero Lesbo Autore: iranes, Fonte: RaccontiMilu

    ... labbra, una visione quasi unica incorniciata dai corti capelli biondi, a fine turno avrebbe perso ogni singola briciola di femminilità, d’altronde anche Sandro ogni volta sembrava più cugino Itt che un normale essere umano.
    
    Finiti i convenevoli, passammo quello che rimaneva della notte a creare la nostra arte. Noi passano una notte a lavorare e la mattina bastò un’ora perché dovessimo ricominciare di nuovo. Erano bastati i primi clienti a finire buona parte di quello che avevamo preparato, e allora, dai di lavoro. Alla fine della mattinata sui tavoli era rimasto poco o niente e mentre i ragazzi riportavano le cose dentro, la maggior parte di noi preparava un piccolo spuntino oltre a darci una pulita. Avrei avuto bisogno di una bella doccia, ma di certo non avrei disdegnato neanche una semplice secchiata di acqua fresca.
    
    Pancake con la nutella, succo di frutta, crostate, plumcake, pane ed affettati, mi ero sbagliato, la roba avanzata non era poi così poca. Sul tavolo c’era roba per un reggimento o per un piccolo gruppo di persone molto, molto, ma molto affamato. Eravamo in piena pausa goliardica che entrò l’organizzatrice, la mia ragazza, con una sua cara amica a farci i complimenti. Non so come feci a non diventare una statua di sale, ma in qualche modo mantenni il sangue freddo. Che diamine ci faceva la mia modella in quella stanza?
    
    «Tesoro, ciao! Come mai qui?»
    
    «Samantha, questo è il mio ragazzo, Simone, nonché cuoco dell’evento.» mi presentò lei senza badare ...
    ... minimamente alla mia domanda
    
    «Ciao! Piacere, Samantha!» disse cordialmente
    
    «Il piacere è tutto mio, Samantha. Io sono Simone» lei per risposta mi mandò un profondo sorriso
    
    «Angela, non so perché ma il tuo ragazzo m’ispira molto bene per le notti di sesso sfrenato…dì la verità.» chiese maliziosa Samantha guardandomi di sottecchi.
    
    «Samantha!» fece fintamente scandalizzata la mia ragazza. Io mi adoperai in un piccolo inchino, gongolando del complimento nascosto, e poi mi congedai tornando dalla mia squadra.
    
    Avevamo finito di pulire le nostre postazioni e stavamo caricando le ultime cose sul furgoncino quando mi si avvicinò Vanessa appena cambiata
    
    «Te lo manda la ragazza con il vestitino rosso…non mi sembra il tuo tipo, te la sei ripassata stanotte?- lanciai un’occhiataccia a Vanessa mentre afferravo il mazzo di chiavi dalla sua mano- Che hai capito? E che sembra interessante e ci stavo facendo un pensierino.»
    
    «Ci starebbe. Ma non con una come te»
    
    «Che vuol dire “una come me”?» mi domandò risentita
    
    «Vanessa, prendi il tuo abbigliamento attuale: anfibi militari, jeans mimetici senza parlare della della felpa da hockey. Diciamo che non rappresenti un emblema di femminilità e sei lontana dal poter sedurre»
    
    «Stronzo!» alzai lo sguardo dagli ultimi scatoloni e la guardai per bene. Le alzai le braccia sfilandole la felpa, in canotta rendeva decisamente meglio, ma c’era ancora qualcosa di antiestetico, la girai e le slacciai il reggiseno togliendoglielo. La ...
«1234...15»