1. Giulia, la cugina milanese - capitolo 2: giovedì


    Data: 08/10/2020, Categorie: Incesti Autore: Carlocarlo2, Fonte: EroticiRacconti

    ... l’indumento le si era allentato sul davanti, e permetteva la visione del solco tra i seni e pure una buona porzione delle cosce robuste; quando si accorse di me, con un gesto istintivo, mi passò il braccio dietro alla schiena e mi attirò, stringendomi a se..
    
    “Ma quanto sei alto?” la sentii chiedermi, mentre avvampavo per l’imbarazzo: il contatto imprevisto con la morbidezza del seno, mi aveva causato una improvvisa ed incontrollabile erezione..
    
    “Sono uno e ottantacinque” balbettai, desiderando di sparire; lei, abbastanza stranamente, non fece nulla di quello che, di solito fanno le donne in simili circostanze
    
    -nell’ordine:
    
    -scandalizzarsi
    
    -arrossire
    
    -reagire come se le avesse toccate Belzebù in persona
    
    -protestare l’assoluta mancanza di intenzionalità ecc.ecc.
    
    Come se nulla fosse accaduto, continuò a chiacchierare: non aumentò la stretta, ma nemmeno la diminuì; l’impasse finì quando il rumore dei passi di mio padre che stava salendo le scale, mi consigliò di sparire da lì..
    
    “Vado a portare la tua roba in camera” le dissi, per metà dispiaciuto e per metà sollevato, ed uscii, seguito dall’occhiataccia di mio padre che incrociai sulla porta: in fretta e furia, appoggiai la valigia sul letto, vicino alla sacca, misi la cartella sulla scrivania e scappai velocemente in bagno per soddisfare quell’urgentissimo desiderio che
    
    , fortissimo e ...
    ... impellente, mi stava togliendo il respiro; tanta fu la mia fretta che, nella concitazione, staccai uno dei bottoni della patta che rotolò dietro la tazza del w.c.; le mutande avevano una enorme chiazza ed il mio cazzo era scappellato e bagnato per una buona metà della lunghezza; l’orgasmo che cercavo, già premeva, perché bastarono due o tre smanazzate per far partire uno schizzo, il primo, che arrivò ad imbrattare la parte inferiore dello specchio, seguito da altri quattro cinque, altrettanto potenti, che imbrattarono il rubinetto, il portasapone, la scodella che mio padre usava per farsi la barba; una sensazione acuta e devastante, che non riuscii a reprimere un urlo rauco; mia madre, preoccupata, venne subito a bussare per chiedermi se stessi male..
    
    “Non è niente, mamma!” balbettai con voce incerta..”.. ho picchiato un ginocchio nel bidè!”
    
    “Fammi controllare, ti ci metto un po’ di ghiaccio!” Insistette ansiosa..
    
    “Nooo!!..” urlai!
    
    Non riuscì ad aprire perché m’ero, provvidenzialmente chiuso a chiave: se non l’avessi fatto, sarebbe entrata..
    
    “Come mai ti sei chiuso a chiave?” la sentì chiedere, stizzita, e allora sbottai
    
    “Mamma, per favore, non rompere, non sono più un bambino!”.. e, finalmente lei se ne tornò in cucina; in fretta e furia ripulii lo specchio ed il rubinetto, gettai le mutande macchiate nella cesta e scappai in camera a cambiarmele.. (continua) 
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