1. Giulia, la cugina milanese - capitolo 2: giovedì


    Data: 08/10/2020, Categorie: Incesti Autore: Carlocarlo2, Fonte: EroticiRacconti

    ... pare incredibile a dirsi oggi, ma la gran parte delle controversie, grandi e piccole, che succedevano in qualsiasi casa, dall’orario di rientro le sere d’estate, ad una una pagella con qualche votaccio, venivano risolte da un “lo dico a tuo padre”-
    
    Rassegnato -del resto, con mamma mi rassegnavo facilmente, visto che poi me le dava tutte vinte- scesi, ignorai, valutando che fosse l’imballaggio della tenda, il voluminoso pacco avvolto da un’incerata, legato sul portabagagli, e svuotai il sedile posteriore della vetturetta, facendo un piccolo mucchio fuori dal portone; viaggiava leggera la cuginetta: una valigia morbida celeste, una sacca di jeans ed una grossa cartella con gli elastici sugli spigoli, uguale a quella che usavo a scuola per Disegno Tecnico; prima di portare su la roba approfittai dell’occasione e mi sedetti alla guida del cinquino, misi le mani sul volante, accarezzai i pulsanti e.. oh oh.. scoprii che la mia cuginetta amava la musica: nel vano portaoggetti, leggermente arretrato perché fosse meno visibile, c’era montato uno stereo8, un apparecchio con il quale era possibile ascoltare delle voluminose cassette; in quel momento era inserita una raccolta di Fausto Papetti, uno che andava di gran moda perché suonava dei lenti col sassofono, e i lenti in una macchina coi sedili reclinabili era la conditio sine qua non per, se non proprio fare sesso, almeno per pomiciare; ovviamente, girai la manopola dell’accensione e spinsi in fondo il nastro, e subito la melodia ...
    ... suadente e ruffiana riempì l’abitacolo, mandandomi in orbita interplanetaria, dimentico di tutto il resto; a farmelo ricordare, con un brusco ritorno a terra, pensò mio padre che, vedendo che tardavo, era venuto a controllare cosa stessi combinando..
    
    “Sei diventato cretino?” sibilò ad un centimetro dalla mia faccia prendendomi per un orecchio..”Che figura ci fai fare, eh? Spegni subito quel coso, e non ti permettere mai più..”
    
    Quando voleva, mio padre riusciva ad essere odioso, ma non si poteva dire che non avesse ragione; frizionando con la mano l’orecchio indolenzito, scesi dalla macchina e, inseguito dal solito rosario di rimproveri, mi misi a tracolla la sacca e, con la valigia in una mano e la cartella sotto braccio, feci il facchino fino in casa;
    
    Giulia era in soggiorno con un bicchierone di the freddo in mano, s’era fatta la doccia , infatti stava con l’accappatoio, uno dei miei; senza farmi accorgere da lei, lanciai uno sguardo corrucciato che stava a significare: “Mamma, avresti potuto benissimo dargliene uno di mia sorella che, anche come taglia, sarebbe stato più opportuno!” L’occhiataccia che ebbi in risposta significò che dovevo smetterla di rompere, specialmente mentre stava parlando con sua nipote. Giulia infatti, del tutto ignara del dialogo muto alle sue spalle, stava rispondendole con quel sofisticato accento milanese, allargando le e, pronunciando correttamente le parole, quasi con puntiglio: s’era rilassata allungandosi sulla sedia; gesticolando, ...