1. One more time


    Data: 07/10/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: ThinkInk, Fonte: RaccontiMilu

    ... quale ci saremmo lasciati cadere.
    
    Le accarezzai il volto, il collo e le spalle. Ripetei quel sentiero con le labbra per gustare il sapore dolce di quella pelle profumata di albicocca, miele e cannella, di fiore raro di serra. Con un gesto si sciolse i capelli raccolti dietro la nuca che ricaddero come pioggia scintillante nella luce rarefatta. Ancora un bacio sulle labbra, sugli occhi e sul collo, dietro i lobi piccoli e diafani alla ricerca di un profumo primitivo, nascosto, forte dove più caldo scorre il sangue. Un sospiro sottile, di angoscia liberata, mi accompagnava nell’esplorazione tattile del viso. Sfiorai quel profilo più volte ad occhi chiusi: un cieco che tenta di apprendere un volto sconosciuto. Poi, le dita scivolarono sulle spalle sottili ed insolitamente bollenti, inciamparono nelle minute spalline di quel vestito leggero e rosso come il petalo di un papavero. Inciamparono e caddero, le dita, trascinando con sè quella stoffa inesistente. Cadendo non produsse alcun rumore. Scivolò in terra liberando un corpo flessuoso a lungo immaginato. Mi scostai di un passo, per ammire quell’imagine bella e segreta. Tagliava il buio con le forbici infinitamente acute di un innato chiarore lunare. La strinsi a me con forza, assaporando il contatto con quel seno incredibilmente fermo. Scivolarono le mani lungo la schiena sottile da ballerina, sui fianchi pieni, sulle cosce dalla pelle perfetta senza la seppur minima macchia o imperfezione. Le dita impazienti, poi, ...
    ... risalirono lungo le gambe sottili che si erano silenziosamente e leggermente distanziate. La sfiorai il sesso scoprendola incredibilmente emozionata: una foglia tremate ed imbevuta della rugiada di lontani boschi pluviali. Ondate di elettricità ci scuotevano ad ogni carezza.
    
    Scivolai ai suoi piedi , un guerriero sconfitto e adorante. Innalzai una muta preghiera carnale a quel corpo pallido di assoluta deità nordica.
    
    Inspiravo i suoi molti profumi: il gusto dolce e speziato della cannella e del legno aromatico, quello di frutti dal nome impronunciabile, per concludere con le note apertamente schiumose ed oceaniche della sua femminilità.
    
    Facemmo l’amore come se in quel momento fosse l’ultima speranza rimasta, l’unica che avesse un senso per la nostra esistenza. Ci perdemmo per strade acciottolate di sospiri troppo a lungo incatenati e finalmente liberati, in una morsa forte e livida, in dita che si aprivano e chiudevano con violenza. Demmo voce ad un canto assoluto del più puro desiderio. Non c’era altro da aggiungere ad un momento che esisteva ancora prima di conoscerci.
    
    Quando penetrai in lei quella prima volta ebbi l’impressione di possedere tutti i desideri sopiti di un mondo disperato ed affamato di sensi. In quell’abbraccio liquido e rovente credetti di perdere la strada verso me stesso per sempre. Il suo sguardo vibrava, occhi vestiti di una luce nuova e pura: una pellicola di luce astrale. Scintillavano nel buio e mi accorsi che due lacrime di sofferto piacere ...
«1...3456»