1. One more time


    Data: 07/10/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: ThinkInk, Fonte: RaccontiMilu

    Questo mese la nostra storia compie due anni.
    
    Ci siamo conosciuti per caso. I soliti amici comuni hanno invitato entrambi ad una festa: un incontro banale, niente di avventuroso o d’insolito.
    
    Non ricordo di lei cosa mi abbia colpito di più, la prima volta che me l’hanno presentata. Forse i capelli di un biondo lucido dai riflessi praticamente metallici. O la stupefacente trasparenza della pelle. E’ come se fossero passati mille anni. Ogni giorno che passa mi accorgo di vivere accanto ad un enigma senza speranza di soluzione.
    
    Siamo stati felici, non lo posso negare. Ci siamo amati e probabilmente lei ancora prova lo stesso sentimento. Per quanto mi riguarda ho perso definitivamente lo smalto di quei giorni assurdi e felici.
    
    Facendo un rapido bilancio, triste ragioniere dei miei sentimenti, devo ammettere di essere stato felice: almeno finchè è durata. Eppure già in quei momenti, se mi fossi ascoltato attentamente, avrei percepito quel battito disarmonico a rimarcare uno senso di disagio. Poi, un granello alla volta, il gruzzolo di affetto rocambolescamente conquistato, si è disperso nel vento, inesorabilmente.
    
    Inaspettatamente il pensiero scivola a quella sera e ad un buon profumo di spezie e freschi fiori lontani. I suoi occhi che incontrano i miei, un sorriso che brucia e disarma.
    
    Ero, come adesso, alla ricerca della protagonista di quello che sarebbe diventato il mio primo libro, oltre che quello di maggior successo. Parlammo tutta la sera sotto lo ...
    ... sguardo divertito dei nostri amici. In casa c’era un caldo umido e soffocante. Decidemmo di uscire in terrazza a mescolare vodka e parole. Chiacchierando venni a sapere che si occupava di alta moda e per questo viaggiava di continuo. Mi raccontò dei molti viaggi con la “tribù”, così definiva quelli del suo ambiente, delle innumerevoli persone conosciute. Mi descrisse divertita i capricci di quell’universo evanescente, le piccole e grandi manie, gli isterismi e le superstizioni di un mondo tessuto di bello.
    
    Non trascurò, però, di mostrarmi l’altro lato della medaglia. Le stanchezze e la solitudine dei fari spenti, le passerelle incredibilmente vuote, l’eco dell’ultimo applauso che si polverizza nel silenzio.
    
    In quelle parole era palpabile il disagio di una vita zingara: mai una vera casa che non fosse la stanza anonima di un albergo, per quanto lussuoso questo fosse. Oppure quell’indolenzimento sordo allo stomaco per le troppe sigarette bruciate dall’ansia ed i cocktail di party a cui “bisogna esserci”.
    
    Il discorso si interruppe d’un tratto. Il filo sonoro s’impigliò tra i fiori della veranda. “Ma non è sempre stato così”.
    
    Ed il viaggio riprese accelerando a ritroso, percorrendo un sentiero di parole battute, fino alla porta di casa, alle cupole a cipolla delle chiesette di campagna, nei prati di girasoli ad altezza d’uomo e ai ragazzi dai volti impolverati nei campi. Poi tacque ancora e per un solo attimo riuscii ad ascoltare la voce del suo passato, il frinire delle ...
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