1. UN RICORDO DI TEMPO ANDATO


    Data: 04/10/2020, Categorie: Incesti Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu

    Una violenza voluta.
    
    Estate. &egrave sabato il primo giorno di vacanza. Non ho fretta. Mi lascio crogiolare nel letto. Sento il motore della moto di mio figlio allontanarsi. Di sicuro sta raggiungendo i suoi amici. Sta andando a programmare il suo periodo di vacanze scolastiche. Sono contenta. Si &egrave diplomato ed il prossimo anno va all’università. &egrave stata dura tirarlo su. Ho 38 anni e sono divorziata da quando il mio bambino aveva l’età di quattro anni. Non ho mai considerato la possibilità di risposarmi. Questo non mi ha impedito di avere qualche avventura che si sono sempre più diradate con l’avanzare dell’età di mio figlio fino a sparire del tutto. Sono ormai circa tre anni che un uomo non giace fra le mie cosce. Sono una donna molto ammirata e corteggiata. Le mie misure 90-60-90 sono invidiate da quasi tutte le donne che mi attraversano la strada. Dico quasi perché ve ne sono di quelle che suscitano invidia anche in me. Ho smesso di pensare agli uomini fin dal giorno in cui scoprii che mio marito mi tradiva. In quel momento scoprii di essere capace anche di odiare e fu solo l’amore per mio figlio che mi aiutò a non diventare un omicida. Basta poltrire. &egrave ora di alzarsi. Devo preparare il pranzo e poi fare una lista per le cose da portarmi nelle vacanze, le mie, che di fatto iniziano lunedì. Sono due anni che le faccio da sola. Scelgo sempre posti assolati ed isolati dove potermi denudare del tutto. Sono una amante del nudo integrale. Il mio corpo me ...
    ... lo permette. Scendo dal letto e vado a piazzarmi davanti allo specchio; mi libero della camicia da notte e guardo la mia immagine riflessa nello specchio; non c’&egrave dubbio, sono uno schianto. Mi accarezzo facendo scorrere le mani sul mio corpo. Mi soffermo sulle zizze ed in particolare sui capezzoli che artiglio con il pollice e l’indice (sono talmente grossi che sembrano la prima falange del mio dito medio) li strizzo e li torco. Un lamento mi nasce fra le cosce. Mi sto eccitando. Sposto la mano sotto la tetta destra e la sollevo; contemporaneamente chino la testa fino a che la mia bocca si scontra con il mio capezzolo. Apro la bocca ed avvolgo con le labbra la rossa e grossa ciliegia. Con la lingua la schiaccio contro il palato e la succhio. Il lamento diventa un nitrito. Sono arrapata. L’altra mia mano si sposta e raggiunge il mio inguine; le dita si aprono la strada fra i folti peli che coprono la mia micetta. Raggiungono le grandi labbra e si inoltrano verso l’interno. Sul loro cammino accarezzano le pareti della mia vagina rese viscide dagli umori che stanno secernendo. Il mio dito pollice resta fuori e va in cerca del mio clitoride. Lo trova e comincia a strusciare sul glande. Ululo. Uso le quattro dita della mano che sono entrate nel mio ventre come fossero un cazzo. Accarezzo l’utero. Mi chiavo. In breve tempo raggiungo un primo orgasmo a cui fa seguito, dopo pochi attimi, anche un secondo. Mi calmo. Esco dalla stanza e, nuda, raggiungo il bagno. Vi entro e mi ...
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