1. Come parlarne? - Capitolo V


    Data: 28/09/2020, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    ... ancora un po’.
    
    Mi diede un bacio sulla bocca.
    
    Non potei ricambiare il bacio. “Debora ti amo, ma ti supplico…” dissi gemendo.
    
    “Ripetilo” disse, tirandosi su e poggiando nel contempo la vaschetta sul comodino.
    
    La vescica implorò pietà.
    
    “Cosa?”
    
    Rise. “Ti supplico, no?. Ripetilo”
    
    Pensai che scherzasse. “Ti amo! Ti amo! Ti amo quante volte vuoi!”
    
    Rise a piena voce. “Ti supplico! Ho detto ti supplico! Ripetilo!” ordinò la torturatrice, picchiettando crudelmente le mani sul mio ventre.
    
    Sono convinto che avrebbe fatto la stessa cosa anche se avessi detto “Ti supplico”, anziché “Ti amo”.
    
    Così la implorai: “Ti supplico Debora, ti supplico, fammi andare in bagno, se no la faccio qua! Ti supplico!”
    
    Ridendo fino alle lacrime, si sporse nuovamente in avanti, e, finalmente, mi liberò dai miei legami.
    
    Attesi poi che si spostasse da me, ma non lo fece. Rise un po’, gustandosi un ultimo sguardo terrorizzato sul mio volto. Dopodiché mi liberò definitivamente, scendendo dal letto.
    
    “Lavati bene dopo aver fatto tutto!” gridò.
    
    Tornai indietro per essere sicuro di aver capito bene.
    
    Nonostante il sorriso per il divertimento di prima, capii che parlava seriamente: “Lavati bene là in basso.”
    
    Corsi in bagno con gioia.
    
    Quando ne uscii, stava spiluccando patatine di gambero.
    
    “Vieni,” disse, “che ti devo legare di nuovo.”
    
    “Ancora?”
    
    Sbatté le palpebre più volte, sorridendo maliziosamente, mentre con tono dolce, ma al contempo provocatorio: “Non ...
    ... lo faresti per me?” domandò.
    
    “Debora, abbiamo un problema” dissi, serio.
    
    “Quale?”
    
    “Non riesco a dirti di no, anche quando dovrei.”
    
    “Allora non abbiamo un problema” concluse soddisfatta. “Ce l’hai solo tu, tesorino. E finché non riuscirai a risolverlo, io ne approfitterò, sappilo.”
    
    “Ti piace essere sadica, eh? Tenermi costantemente in ansia? Dove mi farai arrivare?”
    
    “Sì, mi piace” rispose, “ma non ti preoccupare. Non ho intenzione di essere egoista. Siamo in due in questo viaggio. Ora vieni qui che ti lego, così poi ceniamo.”
    
    Detto questo mi legò di nuovo al letto.
    
    Involtini Primavera, ravioli di carne e di pesce, patatine di gamberi, dette anche nuvole di drago, pane cotto al vapore, bocconcini di pollo fritto. Tutti cibi che potevano essere mangiati come stuzzichini.
    
    Cibi che usò per imboccarmi. Cibi che mostrarono quanto le piacesse quella situazione. I suoi occhi si illuminavano quando le sue dita si avvicinavano alla mia bocca, permettendomi di mordere un pezzo di cibo. Poi a volte indugiava con le dita unte nella mia bocca, in modo che le succhiassi e le leccassi . Mi stava accanto, il suo viso era vicino al mio e non voleva perdersi nulla. Una volta ero io a mordere, una volta era lei. E quando toccava a lei, lo faceva lentamente, lasciando che mi godessi la scena e gustandosi il sapore degli involtini, o dei ravioli. Dopo aver inghiottito, qualche volta lasciava la sua lingua passare sensualmente sulle labbra, per ripulirle e mostrare il suo ...
«12...456...13»