1. Una calda estate


    Data: 23/09/2020, Categorie: Lesbo Autore: _saffolina_, Fonte: RaccontiMilu

    ... ricordi che l’abbiamo presa insieme dicendo che mi sarebbe stata benissimo addosso senza reggiseno sotto così da vedere i seni dondolare, ecco amore i miei seni dondolano sotto la stoffa, i capezzoli eccitati dimostrano quanto mi piace farmi guardare così, guardami!
    
    Oggi fa più caldo che mai e su quella panchina dopo esserci scambiae un rapido bacio a sigillo del nostro eterno amore non ci stiamo più, prendiamo il motorino e in due ci dirigiamo verso la campagna a ovest, dopo il cimitero prendo la strada che porta fuori città, ti sento eccitata e me lo sussurri all’orecchio; sento che ti piace e mi eccito anche io, tu dopo un sobbalzo dovuto ad una buca gridi e ti aggrappi ai miei seni che adesso non dondolano più e resti così mentre io guido felice.
    
    Siamo due pazze, quarant’anni e non accorgersi che sono arrivati…
    
    … Siamo due pazze, quarant’anni e non accorgersi che sono arrivati …
    
    Siamo nel solito posto, in mezzo ad un campo di mais, così alto e fitto che non ci possono vedere né dalla strada e né dall’alto se avessero l’elicottero.
    
    Io mi spoglio completamente e uso i pochi vestiti per coprire una piccola zona che abbiamo allargato per poterci sdraiare e fare i nostri comodi, poi ti spoglio, ti sfilo subito la canottierina tirandola su dalla pancia, ogni poco ti bacio la pelle e quando sono all’ombelico ti stuzzico con la lingua e tu ti ritrai respingendomi, so che soffri il solletico, e continuo a baciarti alzandoti sempre più la canottiera.
    
    Ora che sto ...
    ... giocando con i tuoi seni non mi respingi più, la mia lingua segue il contorno dei tuoi seni piccoli, duri, piacevoli al tatto anche se sudati, anzi meglio, sento il tuo sapore e mi piace, come mi piace giocare con i tuoi capezzoli, sentirli duri sotto la lingua, stuzzicarli e sentire i tuoi gemiti di piacere.
    
    Ma è un attimo, stronza come sono, ti sfilo la canottierina e la lancio; lo so tu speravi che continuassi a baciarti il collo ma invece no, mi ritraggo con la tua canottiera in mano e la lancio sopra il mais.
    
    Oramai siamo partite per la tangente, ridiamo e scherziamo, io ho solo le scarpe da ginnastica, tu i pantaloncini che tento in ogni modo di sfilarti, gridi e grido anch’io, facciamo un casino del diavolo tanto chi ci sente.
    
    Ci sente il figlio del contadino, che come nella peggior commedia all’italiana appare all’improvviso con la canottiera in mano chiedendo di chi sia, noi ci fermiamo a guardarlo raggelate per un attimo, ma è solo un attimo appunto, chi ci ferma dal ridere.
    
    Io nuda mi metto in piedi in una posa di sfida e di rimando gli faccio: “juste in chel e rivaa la vuardie – adesso è arrivato il vigile”, lui ride e mi risponde di rimando al che gli dico sempre in furlan: “no sta a domandami a mi, o soi l’ultim arivat – non domandarmi a me, io sono l’ultima arrivata”.
    
    Ovviamente tu non ci hai capito nulla, ti difendi soltanto nascondendoti dietro di me che me la rido con una posa di sfida, poi piano esci fuori e timidamente chiedi di poter parlare ...