1. Che gran figlio di puttana


    Data: 11/08/2020, Categorie: Etero Autore: Malena N, Fonte: EroticiRacconti

    ... chiacchierano a tavola mentre mangiano?”
    
    Continuo con tono deciso e convincente.
    
    “Ti ho già raccontato tutto, che vuoi sapere?” Ti guardo dritto negli occhi.
    
    Ed è vero. Ti ho già raccontato ogni cosa.
    
    Che sono andata alla stazione a prenderlo, del giro per la città, del pranzo con lui.
    
    Della nostra lunga chiacchierata, della nostra piacevole conoscenza.
    
    Quello che mi fa innervosire è che lo sai già che non c’è un cazzo da aggiungere. Perché per quanto tu non voglia sentire la mia lagna, che sono tua ce l’ho scritto in faccia.
    
    “Voglio che mi mostri come ti sei mossa. Se ti sei passata la mano nei capelli, la lingua sulle labbra.”
    
    Porti il bicchiere alla bocca senza staccare lo sguardo dal mio.
    
    Questa visione mi ricorda che il cameriere deve averci portato il vino ma non ricordo l’esatto momento, sono così concentrata su quello che ti passa per la testa che non ricordo nemmeno di averlo assaggiato. Catalizzi la mia attenzione su di te distraendomi da tutto il resto.
    
    “Perché siamo venuti qui? Me lo dici?”
    
    Mando giù anche io un sorso del rosso morbido e strutturato che ho scelto.
    
    “Te l’ho detto, volevo che mi mostrassi come si comporta una come te quando è all’opera.”
    
    “Una come me?” Faccio la domanda solo per godere della tua risposta.
    
    “Certo, una come te. Disinibita, sciolta.”
    
    Mi piace quando fai quello composto. “Disinibita e sciolta” ripeto le parole scandendole piano.
    
    “Che parole da uomo per bene, chissà se diresti lo stesso se ...
    ... ti stessi succhiando il cazzo.”
    
    “Ma non lo stai facendo, quindi non ci pensare. Allora?”
    
    Il tono è fermo, deciso.
    
    Seppure ne avessi voglia, e sono sicura tu ne abbia, non lasci trasparire niente.
    
    “Allora cosa. Ci siamo raccontati, abbiamo riso. Abbiamo mangiato, cosa c'è che non è chiaro?”
    
    Ti guardo le labbra.
    
    “Credo proprio che quando questa tortura finirà, la prima cosa che ti chiederò sarà di leccarmela.”
    
    Svuoti il bicchiere mandando giù tutto d’un fiato il vino, sono sicura che quel cazzo grande che ti ritrovi sia già bello gonfio nelle mutande.
    
    “Non sai che voglia ho di mettertela in bocca.”
    
    Non fiati.
    
    Non ci vediamo da giorni. E a tutto pensavo stamattina, tranne all’averti di fronte senza poterti mettere le mani addosso. Sei così dannatamente sexy.
    
    Sono fradicia. La fica mi sbatte da quando mi sei piombato davanti e hai detto che con questa bellissima giornata non ci saremmo chiusi in casa. La brasiliana che indosso è attaccata alla pelle umida e gonfia. Quasi non la sento. Mi si è pure ficcata nel culo.
    
    “Cosa indossavi? Come ti sei vestita?”
    
    Continui esasperandomi.
    
    “Avevo i jeans scuri e un maglioncino grigio, cosa pensavi avrei indossato. Lo sai che porto sempre i jeans e quasi sempre dello stesso colore. Sembrano anche tutti uguali.”
    
    “E la maglia stretta che hai oggi invece, quella perché ce l’hai?”
    
    Stronzo. Lo sai perché ce l’ho. Sai che cosa mi aspettavo. Immaginavo di togliere il cappotto direttamente in camera e di ...