1. Che gran figlio di puttana


    Data: 11/08/2020, Categorie: Etero Autore: Malena N, Fonte: EroticiRacconti

    È una bellissima giornata. Questo mese, di febbraio, sembra avere solo il nome e nulla più, il cielo è terso, limpido e non fa per niente freddo. La temperatura è davvero gradevole e poi di mattina non bisogna fare i conti con la calca di persone che di pomeriggio si riversa in strada.
    
    Non me l’aspettavo questa passeggiata e la borsa pesante che mi trascino dietro ne è l’inconfutabile prova. È piena di cose che di sicuro ti piacerebbe vedermi addosso e io che mi immaginavo già sotto di te, poi sopra di te e piena di te, dovrò attendere ancora chissà quanto. Ho insistito io per vederti oggi. Non ho voluto aspettare i tuoi fottuti tempi, ci sono troppe cose che devo dirti e farti. E pensavo di dirti tutto in bocca, di farti tutto e subito. Vestita o nuda lo avrei fatto decidere a te. Come ho fatto a non pensare, però, che il tuo cedere alla mia incessante richiesta potesse nascondere qualcosa. Forse perché, di fronte alla mia insistenza, ti sei incazzato così tanto da depistarmi, forse perché mai avrei pensato a questa tua idea malata. Chissà in quale preciso momento ti si è accesa la lampadina. Immagino il ghigno che ti si è stampato in volto all’improvviso, quello che conosco bene, quello che mi mette i brividi.
    
    E non so perché la cosa mi sconvolga tanto. Conoscendo a fondo la tua mente perversa, il disappunto che provo in questo momento proprio non me lo spiego.
    
    È che per quanto possa prevenire le tue mosse o anticipare le tue intenzioni, ci sarà sempre ...
    ... qualcosa che sfuggirà al mio controllo.
    
    “Allora? È questo il posto o no?” mi chiedi mentre continuo a guardarti perplessa.
    
    Perché siamo finiti qui? Una passeggiata al centro storico mi sembrava più che normale, ci stava tutta visto che l’ultima volta siamo andati sul lungomare e poi in Villa Comunale. Questo però non me lo aspettavo mica.
    
    “È questo o no?” Insisti.
    
    “È questo, si. Ma non capisco. Che cazzo vuoi fare?”
    
    Non sto capendo davvero, ti interrogo con gli occhi.
    
    “Cosa voglio fare? Mangiare! Sono le due!”
    
    Entri spedito e ti seguo mentre ancora cerco di mettere a fuoco.
    
    Il ristorante è quasi vuoto. C'è qualcuno in più rispetto all’altra volta ma il tavolo che avevo occupato è libero.
    
    “A quale tavolo eravate seduti?”
    
    Ti guardi intorno aspettando che te lo indichi, tanto sai che lo farò.
    
    “Prego signori accomodatevi!”
    
    La voce del maître mi costringe a decidere in fretta.
    
    Non parlo. Mi siedo e basta al posto che è già stato mio. Tu fai lo stesso, mi sei di fronte.
    
    “Ecco. Ora potrai raccontarmi meglio tutto, sono proprio curioso.” Sorridi divertito.
    
    “Ti ho già detto tutto mi pare, che devo farti la dimostrazione pratica?”
    
    Non sono nervosa. È solo che non vale!
    
    In realtà fremo. Non che non mi piaccia viverti fuori dal letto ma ho una fottuta voglia di te e tu mi costringi invece a stare qui.
    
    “Te l’ho detto.”
    
    Comincio a parlare mentre aspettiamo il vino.
    
    “Abbiamo parlato, ci siamo conosciuti. Hai presente due persone che ...
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