1. Fra sodomizio - 1


    Data: 10/08/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... Sodomizio era consapevole del disagio provato dal cliente, si scusava e cercava di porre rimedio all’inconveniente, umiliando addirittura la propria bocca: ingoiava la capocchia bavosa e pulsante del tarello e, mentre il cliente chiudeva gli occhi vergognoso e cercava di reprimere spasimi e gemiti inopportuni, se non addirittura peccaminosi, Sodomizio succhiava coscienziosamente, considerando suo dovere porre rimedio al danno provocato.
    
    Ma quando la bocca gli si riempiva di caldo succo giovanile, Sodomizio non poteva reprimere un brivido e pensava, leccandosi le labbra: “Amo questo lavoro”.
    
    Una volta capitò che una pulce indiscreta, nel tentativo di sfuggire alla caccia, era penetrata in profondità nella strettoia anale di un giovane, provocandogli un prurito irrefrenabile. Sodomizio cercò in tutti i modi di porvi rimedio: infilò due o tre dita nella viscida apertura, spingendole più a fondo possibile, ci sputò dentro, usò perfino una bacchetta lunga e flessibile, infilandone un buon tratto e scorrendola dentro e fuori. Ma niente: il prurito sembrava farsi sempre più mordente. Il cliente si torceva gemendo sul lettino da lavoro, Sodomizio lo fissava impotente, non sapeva più che fare. Forse, se fosse riuscito ad entrare nell’ano con qualcosa di più grosso… Ma doveva stare attento a non irritare ulteriormente la parte.
    
    “Fate qualcosa, mastro Sodomizio… - gemette il giovane cliente in preda agli spasimi – non ce la faccio più! Questo prurito mi sta uccidendo… Uahiii… ...
    ... ohhhhh….”
    
    “Bisognerebbe andare dentro con qualcosa di grosso e abbastanza lungo da raggiungere la parte dolente, messere, - fece lo spulciatore – e magari spalmarci un po’ di balsamo.”
    
    “E cosa aspettate? Fatelo!”
    
    “Non ho niente, che faccia alla bisogna…”, cercò di scusarsi lui.
    
    “E allora, cercate, datevi da fare!”
    
    Fu in quel momento che Sodomizio si accorse di avere a portata di mano uno strumento che più adatto non si può: lungo, grosso e rigido abbastanza da entrare senza inciampo in un buco stretto.
    
    Allora si tolse in fretta e furia la braghetta, sfoderando un uccello di squisita fattura, salì sul lettino, dove il cliente stava già col sedere puntato in alto, e dicendo:
    
    “Ecco, messere, adesso ci penso io.”, glielo puntò sull’apertura pulsante e spinse dentro con foga.
    
    “Uahuuu!”, sguaiolò il malcapitato, sentendosi squarciare lo sfintere.
    
    “State calmo, messere, ché adesso risolviamo tutto.”, ansimò Sodomizio, continuando a spingere, fino a strofinargli sulle natiche i peli crespi del pube.
    
    L’altro se ne stava immobile, con gli occhi sbarrati e il volto paonazzo; un rauco gemito gli usciva dalla gola contratta.
    
    “Adesso proviamo a grattare”, disse Sodomizio e cominciò a muoversi avanti e indietro.
    
    “Sentite qualcosa? – chiese Sodomizio, continuando a pompare – provate un qualche giovamento?”
    
    “Eh… sì… Ma fate piano, mastro Sodomizio, grattate più piano… Ecco, sì… Ah… adesso va meglio… Ah, che sollievo…”
    
    Anche per il mastro spulciatore ...