1. "capannetta" una delle mie (per)versioni


    Data: 09/08/2020, Categorie: Etero Autore: Allthesaintsgotohell, Fonte: Annunci69

    ... che era fuggita con Jelì. Avevo pensato che padre Camillo non l'avrebbe presa bene, ma lui ha addirittura imbracciato il fucile, è uscito e si è messo a sparare nel buio, come a voler colpire i due innamorati. Urlava come un matto poi, in preda a una rabbia cieca, ha preso un legno incendiato e ha dato fuoco alla capannetta. Mi ha lasciata lì, a guardare tutto ciò che avevo diventare un mozzicone nero incenerito, mentre lui è partito alla ricerca spasmodica di quella sua figlia degenere.
    
    Il fumo saliva lento, dopo un po' sono accorsi alcuni braccianti dalle loro capanne, preoccupati dall'odore e dagli spari che avevano sentito.
    
    “Vieni da noi, non puoi stare fuori tutta la notte.” mi ha detto la mamma di Nunzio. Io tentennavo, non volevo allontanarmi dal mio nido, anche se ormai il fuoco l'aveva completamente divorato, ma ho finito per cedere, accettando l'invito.
    
    Quindi, stamattina all'alba, non è stato il raggio amico del Sole, a insinuarsi fino a svegliarmi, ma la mano di Nunzio, che si è allungata sotto la coperta lisa che mi aveva dato sua madre. Io mi ero raggomitolata vicino al focolare ed ero crollata, sfinita. Quelle dita si sono quindi infilate sotto e, visto che noi donne non portiamo i pantaloni, ha preso ad accarezzarmi sulla pelle delle gambe, poi tra di esse.
    
    “Non aver paura...” mi ha sussurrato. Io però ne avevo, ma non riuscivo a muovermi. Le sue dita mi parvero prima zampe di ragno: si muovevano veloci e leggere sul mio corpo; poi si ...
    ... trasformarono in tentacoli di polipo, avvinghiandosi in diversi punti come se non volessero staccarsi più. Quest'idea mi fece pensare ai segni che lasciano queste creature quando si stringono al braccio del pescatore e mi sentii pervadere dal terrore che qualcuno potesse scoprire l'accaduto, nei prossimi giorni. Non riuscivo a capire esattamente cosa stesse succedendo, ma sapevo fosse qualcosa di proibito. Nunzio poi si fermò da tutto quel frugare, premere, impastare, io stavo per tirare un sospiro di sollievo, quando prese la mia mano sinistra e mi fece afferrare qualcosa di caldo e turgido. Io non avevo il coraggio di guardare, ma immaginavo fosse la parte che usano per fare la pipì, dato il punto in cui era situato. Però era strano, perché era molto rigido, rimaneva tirato caparbiamente su. Io provai a pensare, mi sembrava di non aver mai notato...specie di bastoni, tra le gambe degli uomini. Comunque fosse, Nunzio continuò a guidarmi la mano con la sua destra, mentre con la sinistra riprese a toccarmi sotto i vestiti.
    
    “Sì, continua...” mormorava ogni tanto. Dopo non so quanti minuti quella parte divenne addirittura più gonfia e più rigida; infine si mise a pulsare e, mentre Nunzio gemeva, qualcosa di caldo, liquido e denso schizzò da lì. Si era sporcata un po' anche la gonna, oltre alle dita.
    
    “Leccalo, è buono.” mi disse. Io lo guardai esterrefatta, ma la sua espressione era talmente limpida e sincera, che mi ritrovai a pulirmi le dita con la lingua. Aveva davvero ragione e ...