1. Forever Alone?


    Data: 06/08/2020, Categorie: Erotici Racconti Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... andando, ero ancora troppo stupito per come si erano svolte le cose: un minuto prima ero lì da solo, a riflettere sulla mia solitudine. Il minuto dopo… Bang! L’intero universo era mutato, sconvolto dall’apparizione della magnifica femmina che mi ha trascinato fuori da quel locale terribile.
    
    Che tra l’altro non si era ancora presentata.
    
    Non che mi disturbasse: nemmeno io le avevo ancora detto il mio nome e mi andava bene così. Sapevo che dire banalità con una come sembra essere lei avrebbe potuto bruciarmi l’occasione.
    
    Avevamo fatto totalmente silenzio e ora, passeggiando per le strade, stavo cercando le parole per iniziare una conversazione.
    
    Ancora fu lei a sorprendermi.
    
    -Quel posto era davvero insopportabile, vero?-, chiese con un sorriso. Tardai qualche secondo a reagire.
    
    Lei sorrise ancora.
    
    -Mica ti mangio se parli…-, disse. Era divertita dal mio improvviso… cosa? D’un tratto compresi.
    
    Dannazione, mi stava bloccando psicologicamente, tutte le mie idee erano state annichilite, vaporizzate, disintegrate dalla sua apparizione nella mia vita.
    
    Riuscii infine a rispondere.
    
    -Il posto era terribile… e tu sei bellissima ma… chi sei?-. Le parole mi uscivano di bocca a gruppetti, come fossero anch’esse spaventate di manifestarsi.
    
    Lei qui sembrò accigliarsi, come se la domanda l’avesse in qualche modo offesa.
    
    Per qualche secondo non parlò e temetti davvero di essermela giocata.
    
    “ma che cazzo mi succede?”, mi chiesi, “Possibile che io finisca con ...
    ... l’essere dipendente da una sconosciuta terribilmente sexy incontrata in un locale di sesta categoria?”.
    
    La risposta era “Sì.”
    
    -Sono solo un’anima persa che cerca compagnia… come mi sembrava fossi tu. Ti tenevo d’occhio da quando sei entrato nel locale.-, disse. Mi lasciò senza parole.
    
    Aspettava ME?
    
    -C’erano molti altri ragazzi là dentro.-, notai con sincera perplessità, -Perché io?-, chiesi.
    
    Lei non ebbe neanche bisogno di pensare. -Perché sembri diverso dai bamboccioni di lì, tutti a provarci con me. Tu eri… lontano dal luogo in cui ti trovavi, perso nei tuoi pensieri, più simile a me. Per questo ti sono venuta addosso, o meglio, ho fatto sì di intrappolarti…-, disse sorridendo con qualcosa di simile alla ferocia.
    
    Non ero spaventato. Se mai affascinato.
    
    -E ora che mi hai dove volevi?-, chiesi, incuriosito.
    
    -Possiamo parlare.-, fu la risposta.
    
    Rimasi ancora spiazzato ma stavolta non per molto.
    
    -Ok, parliamo. Cominciamo dal tuo nome.-, dissi.
    
    Ancora quell’aria come offesa.
    
    -Non ho un nome.-, ammise infine.
    
    Curioso quanto preoccupante.
    
    -Dovrò pur chiamarti in qualche modo.-, dissi io con un sorriso mentre passeggiavamo. Prendemmo la strada verso Ponte Chiasso.
    
    -Che nome daresti a una donna apparsa come d’incanto in una notte così?-, chiese.
    
    Non era ancora del tutto notte: il cielo manteneva parte del suo celestiale colore. Comunque incominciai a pensare a una risposta.
    
    Dovevo darle un nome? Mi stava prendendo in giro?
    
    Non lo ...
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