Ahhhh. rita
Data: 05/08/2020,
Categorie:
Etero
Autore: lapdog68, Fonte: Annunci69
Che Rita fosse un po' autoritaria era evidente; forse un po' viziata. Una bella ragazza un metro e settantacinque, con un fisico statuario; una quarta di seno che
sfidava la forza di gravità, non un filo di cellulite, un gran bel sedere (abbondante, ma non eccessivo), una lunga riccioluta chioma biondo ramato naturale:
in poche parole una Venere. Non aveva un ragazzo, proprio per quel suo carattere; almeno era ciò che pensavo riguardo il suo stato di single. Sosteneva di essere
la reincarnazione di Giulio Cesare: non so bene se scherzasse o se ci credesse veramente. Fattostà che volevo provarci comunque, anche se ero piuttosto inibito dal
suo modo di fare. Un giorno un amico comune propose di partecipere ad una festa di carnevale. Buona parte della compagnia accettò; io, colto alla sprovvista,
respinsi l'invito, in quanto sprovvisto di un costume. O meglio dissi loro che ci avrei pensato, ma visto il poco tempo di preavviso non sapevo se ne avrei trovato
uno. Franco, quello che all'epoca era il mio miglior amico se ne esce con un'idea di un originalità fenomenale: "Vestiamoci da troie". Quasi tutti gli fecero notare
quanto fosse banale la sua idea. L'unica che si espresse in maniera positiva all'idea fu proprio Rita, che in un orecchio mi disse: "Mica brutta l'idea". Io risposi:
"Ma mi ci vedi vestito da donna?" e lei "Beh, possiamo provarci!".
Seppur titubante, forse più per vergogna che per altro dissi agli altri: "Ok, ci provo, ma ...
... non
garantisco nulla, dipende dal risultato". Rita si offrì di aiutarmi con il suo guardaroba, visto che ero pochi centimetri più alto di lei e con un fisico relativamente
simile. Ci salutammo tutti con l'intento di risentirci da lì ad un paio d'ore. Rita ed io andammo a casa sua. Strada facendo ci eravamo fermati a comperare una di
quelle orrende parrucche da due soldi tipiche del carnavale, ma cosa pretendere da giovani squattrinati, come eravamo allora? Entrati nel suo appartamentino, mi fece
vedere alcuni dei suoi abiti più sexy. Mentre li appoggiava, uno ad uno, su di me, mi sentivo ridicolo, ma anche incuriosito, quasi eccitato dalla cosa. Ad un certo
punto si fermò su una sorta di tubino blu elettrico in velluto, lungo appena sotto l'inguine, senza spalline e con la parte superiore quasi rigida a mo di corsetto.
Rita mi disse: "Questo fa per te, ti stringerà un po' in vita, ma in fondo è quello che ti serve per sembrare una bella ragazza! Provalo, io intanto provo il mio
vestito da suora! E' un bel po' che non lo uso!" Va bene, mi spogliai ed infilai l'abitino scelto. Mi sentivo sempre più ridicolo e soprattutto a disagio. Lei tornò
con indosso il suo abito, ma cazzo se era figa lo stesso. Mi guardò e disse: "Non male, anche se c'è da lavorarci un pochino su." Alcuni istanti di riflessione e mi
propose un paio di autoreggenti bianche velate. Belle, ma come metterla con i miei seppur non abondanti peli? Mi guardò, ma non essendoci molto tempo per una ...