1. La storia di Monica – Cap. 5.9 – Il viaggio di nozze – finale


    Data: 10/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Serena, Fonte: RaccontiMilu

    ... leggermente più forte.
    
    Non potendo vedere dove mi colpiva, non mi rimase che attendere ogni singolo colpo, cercando poi di muovermi il meno possibile, ma dopo una decina di frustate inizia a dimenarmi, dilatando sempre più il mio buchetto. Non avevo paura che mi lasciasse dei segni anche perchè ero molto abbronzata, ma d’urlare col risultato d’irrigidirmi aspettando che la paletta del frustino mi colpisse.
    
    “Devi rimanere ferma se non vuoi romperti il culo da sola.” mi disse centrando in rapida sequenza entrambi i capezzoli “O preferisci che smetta per far entrare un gruppo di ragazzi che ti stupri tutta la notte.”
    
    “No vai avanti.” gli risposi sperando che mentisse circa le sue amicizie.
    
    Diego mi colpì almeno un decina di volte sul seno e altrettante sulle chiappe, prima di farmi sentire il frustino sulla passera, facendomi gemere dal dolore. A quel punto allungò la catena che mi teneva le mani il alto, sino a quando non poté piegarmi in avanti, ed infilarmi tutto il suo cazzo dentro la fica.
    
    Provai subito un immenso piacere anche se lui mi tirò un po’ il gancio nel culo, al solo scopo di farmi male. Fra le sue mani non avevo alcun controllo, ma di ciò non m’interessavo in alcun modo, volendo solo godere e nulla più.
    
    “Non provare a venire prima di me, perchè ti rimando da quel cornuto che hai sposato, col culo tanto rotto che dovrai portare il pannolone per non cagarti addosso.” mi disse mettendo ancor più in trazione il gancio.
    
    “Allora vedi di scoparmi.” ...
    ... gli risposi sfidandolo a dare il meglio di se.
    
    Diego tirò la catena di almeno una maglia, per poi affondare i suoi colpi tenendomi ferma per il collare. Quando capiva che stavo arrivando all’orgasmo, tirava la catena quel tanto che bastava per bloccarlo, ma senza mai smettere di scoparmi da vero stallone di razza. Godevo ad ogni suo affondo, che univa piacere e dolore facendomi letteralmente uscire di testa, tanto che iniziai a supplicarlo di farmi venire.
    
    “lo sapevo che non avresti resistito a lungo, perchè sei solo una troia che vuole il cazzo.” mi disse sganciando le manette dalla catena “Adesso mettiti a pecora così ti sfondo come merita una puttana del tuo calibro.”
    
    Mi sistemai velocemente a carponi, e subito dopo sganciò anche il gancio dal collare. Poi però invece di scoparmi come credevo avesse fatto, iniziò a roteare il gancio nel mio buchetto, facendo si che questo si allargasse sempre di più, stimolando allo stesso tempo tutte le terminazioni nervose della zona. Poco dopo m’infilò tre dita nella passera, e a quel punto ero talmente eccitata che riuscii a trattenermi dall’avere l’orgasmo, solo usando tutta la mia forza di volontà, provando così una nuova forma di dolore, questo puramente mentale, che mai avrei pensato che potesse esistere. Mi stavo di fatto violentando da sola, impedendomi di raggiungere quel picco del piacere che tanto desideravo, e questo non tanto per paura che Diego mettesse in atto la sua vendetta, ma solo per poterlo compiacere sino ...