1. Avevo tredici anni - quarto episodio


    Data: 04/07/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69

    ... guarda fuori. Mi raccomando però, non ti azzardare a guardare quello che succede dentro. Prometti.
    
    - Promesso.
    
    Ciò detto il giovane si appoggia con le spalle al muro, scivola a terra e si posiziona davanti all’uomo. Gli slaccia la cintura, abbassa la cerniera dei pantaloni e li tira giù. La proboscide di Erik che ha perso il sostegno degli slip gli sbatte quasi sulla faccia. Dal numero di cazzi con cui ha avuto a che fare non si può definire un gran conoscitore ma quando ne ha desiderato uno lo ha sempre sognato duro, in erezione, già pronto all’uso. Ora è incantato a guardare quell’opera d’arte, emblema della morbidezza e della consistenza, che penzola insieme alle palle, racchiuse in uno scroto rugoso senza peli che si distende e si arriccia. Le brache abbassate sono però di impiccio così slaccia una scarpa, con un colpetto al polpaccio lo invita a sollevare il piede, la sfila insieme ai pantaloni e lo stesso fa con l’altra gamba. Lì sotto, tra due gambe nude tornite e forti che sembrano delle colonne, anche lui si denuda completamente. L’oggetto del desiderio gli sta a portata di bocca, cerca di resistere finché può per far crescere con l’attesa anche il desiderio di Erik. Inizia col fargli sentire sulle gambe la sua nudità, vi si struscia con il corpo, con la testa piena di capelli, anche un po’ dritti e indipendenti, si strofina alle palle, al cazzo e all’inguine, poi alza la testa e vi porta la bocca. Quello che hanno fatto i capelli ora lo fa la lingua, lo lecca ...
    ... da per tutto e il naso si insinua nel solco tra le chiappe e sniffa. In risposta Erik piega un po’ le gambe per godere meglio di quei toccamenti che gli fanno uscire di bocca un monosillabo “ah” ripetuto più volte come una giaculatoria del piacere.
    
    - Signore, signore.
    
    A quel richiamo Erik, che ha gli occhi chiusi ed è tutto con il suo essere concentrato là dove la lingua di Paolo sta lavorando, li apre. Vede un tizio su una bicicletta che fermo sulla strada aspetta una risposta, riesce appena a pronunciare un “si?” con una voce alterata e appena udibile.
    
    - Abito qui vicino, sono un amico di Thomas, lei è il nuovo proprietario?
    
    Anche qualcun altro ha udito e, interrotti i preliminari, anziché fermarsi va al sodo e si impegna a far sparire dentro la bocca il gioiello che la riempie completamente. Erik in reazione ha sospeso il respiro, è senza fiato e tarda a rispondere.
    
    - Mi scusi, la sto importunando.
    
    - …………
    
    No, che dice, ho la saliva che mi va di traverso.
    
    La bocca che lo sta lavorandolo si apre a una risata soffocata, le gambe aperte di Erik si contraggono e stringono quella testa per cercare di impedire, senza riuscirci, che vada oltre.
    
    Paolo non sa immaginarsi una situazione più eccitante, sotto a spompinare Erik che alla finestra è costretto a fare l’indifferente.
    
    - Quando ci verrà ad abitare?
    
    - Per ora solo i fine settimana.
    
    - Bene, ci rivedremo. Abito quella casa lì (e la indica con il braccio alzato). Mi chiamo Oscar.
    
    - Ok Oscar, ...