1. Avevo tredici anni - quarto episodio


    Data: 04/07/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69

    Quarto episodio
    
    Due persone che più diverse non potrebbero essere almeno nel fisico, stanno viaggiando in macchina diretti alla casa. L’ex tredicenne Paolo, ora ventenne, è una nostra conoscenza, figlio di meridionali italiani è bruno, peloso, di media statura, capelli neri e folti. Ha uno sguardo dolce e dei lineamenti del viso che ne fanno quello che si dice un bel giovane. Alla guida c’è un uomo maturo, decisamente nordico, alto, biondo nei capelli e nella carnagione. Un fisico robusto e tonico, lineamenti del viso marcati, asciutto ma garbato nei modi.
    
    - Paolo lei è di origini italiane?
    
    - Si signore, io sono nato qui, ma i miei genitori vengono da un paese della Puglia, la regione italiana del tacco.
    
    - Come il papà di Thomas?
    
    - Si, i nostri genitori sono conterranei.
    
    - Lei lo conosceva bene?
    
    - Lo vedevo ogni tanto quando mio padre mi portava con se o quello di Thomas veniva da noi. Avevo quattordici anni quando lui fece ritorno in Italia e l’ho rivisto adesso che è venuto per vendere la casa.
    
    - E Thomas?
    
    - Un paio di volte da ragazzo, poi l’altro ieri sono passato davanti alla casa, l’ho visto e ho notato la grande somiglianza col padre. Mi sono fermato, fatto riconoscere e gli ho dato una mano per il trasloco.
    
    - È ora di pranzo, che ne dice se mi fermo a comprare qualcosa e mangiarla insieme a casa?
    
    - Accetto volentieri signore. C’è una buona rosticceria in paese, potremmo prendere tutto lì.
    
    Fermatisi davanti alla casa ci sono in ...
    ... vista una bici e un divanetto in vimini con un tavolino poggia vivande.
    
    - Paolo mi sa spiegare la bici e il divanetto?
    
    - Signore, la bici è mia e il divanetto Thomas ha pensato di lasciarlo, sperando che lei lo avrebbe gradito.
    
    - Certo che sì. Chissà di quante confidenze e gesti potrebbe essere testimone.
    
    Paolo, lei mi sembra colpito dalle mie parole.
    
    - Non in riferimento esclusivo al divano, ma alle cose inanimate che possono creare dipendenze e far nascere emozioni.
    
    - Perché suscitano ricordi?
    
    - Non necessariamente. La casa che lei ha comprato, signore, esercita una forte attrazione su di me e non credo solo per fatti recenti e passati. Lei ci verrà ad abitare?
    
    - Subito no.
    
    Dipenderà da tante cose. Paolo voglio chiederle una cortesia, vuole aprire lei la casa, spalancare porte e finestre? Non voglio essere io a farlo preferisco che mi si offra già aperta. Io metto le vivande sul tavolino e vado a fare un bisogno all’aria aperta.
    
    La sincronia dei movimenti fa sì che quando Paolo apre la porta finestra della cucina che dà sul giardino retrostante la casa e esce fuori, il signore ha girato l’angolo, aperto le braghe e sta pisciando. L’essere visto in quella situazione non gli genera, come dovrebbe, imbarazzo e non lo induce a sottrarre allo sguardo dell’altro l’oggetto e l’azione che sta facendo, ma continua con soddisfazione.
    
    Prima che la casa li ricevesse, si sono comportati come due persone appena conosciutesi, si sono dati del lei, uno per ...
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