1. Ciò che puoi darmi, lo prendo


    Data: 01/07/2020, Categorie: Erotici Racconti Etero Sensazioni Autore: Mavis, Fonte: RaccontiMilu

    ... Requiem for a dream (full orchestra)
    
    0’00’ questa la conosco a memoria. Preferisco una colonna sonora musicale, senza parole. Quelle posso condizionare tutto.
    
    I primi 20 secondi &egrave come se fossero muti ed io resto immobile ad ascoltare, ad aspettare. Sento solo il mio respiro. Sono in piedi in mezzo alla stanza ad occhi chiusi, con la testa rivolta verso il basso, le braccia lungo i fianchi come se fossero morte e aspetto.
    
    0’25’ il contrabbasso rompe il silenzio. Lascio che quelle note entrino nelle mie orecchie, inizio a respirare più profondamente, ma resto ferma, lì in piedi.
    
    I violini si preparano.
    
    Arrivano.
    
    0’39’ accompagnati in sottofondo dal pianoforte e segnati dalle melodie più gravi delle viole.
    
    Inspiro lentamente, faccio girare la testa, come se volessi disegnare dei cerchi nell’aria con essa, voglio che tutti i suoni di questi strumenti si mescolino e possano così iniziare a scorrermi in corpo.
    
    Lo faccio sempre, &egrave così che comincia.
    
    I miei arti superiori percepiscono il cambiamento, la melodia arriva fino alla punta delle mie dita, si trasformeranno, presto non saranno più le mie.
    
    Mi accarezzo le braccia con entrambe le mani, risalgo fino alle spalle, mi ci stringo per qualche secondo, mi stai abbracciando, continuano a salire lungo il collo, giungendo al viso e li si fermano per un istante.
    
    Le mani mi passano davanti agli occhi ancora chiusi, arrivano a coprirmi le orecchie e li restano.
    
    Tutti questi gesti sono di ...
    ... una lentezza esasperante.
    
    La mia testa rivolta verso l’alto, sospiro, sosprio più volte.
    
    Sono in attesa.
    
    Aspetto un bacio, che non arriva. E non arriverà, lo so.
    
    Le dita scivolano più in alto, si intrecciano nei capelli, i pugni si chiudono e tirano.
    
    1’36’ Mi sveglio, apro gli occhi e intravedo il soffitto bianco, vuoto, come me. I pugni lasciano la presa, si riaprono. Un mezzo giro sulle punte dei piedi, le mani abbandonano i miei capelli per permettere alle braccia di aprirsi, come se fossi in croce, respiro e ho paura. Sto per lasciarmi cadere all’indietro, tremo all’idea che tu non sia dietro di me per prendermi, ma se ti voglio devo buttarmi. O almeno dovrei provarci.
    
    1’51’ Di nuovo tutto tace.
    
    So apprezzarlo.
    
    Il mio respiro &egrave pesante, incostante.
    
    Il mio cuore ha un ritmo tutto suo.
    
    1’59’ Ogni otto secondi si avverte la presenza di un tamburo, resta in sottofondo accompagnando le singole note del pianoforte, obbligando il mio battito a questo ritmo, lento, ma ben scandito.
    
    Chiudo nuovamente gli occhi, mantengo la stessa posizione facendo solo qualche passo in avanti. Mi sto perdendo.
    
    Questa falsa quiete mi spaventa a morte, non riesco a decidermi, non so che fare.
    
    Lasciarmi andare, lasciarmi cadere, fidarmi ancora di te. Oppure proseguire e andare via, dirti addio: ci ho già provato, più volte e ogni volta sono tornata indietro. Ne valeva la pena.
    
    2’25’ la grancassa e il coro mi danno una scossa. Devo decidermi. Devo farlo in ...
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