1. Una pessima idea


    Data: 19/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Prooserpina, Fonte: RaccontiMilu

    ... sei conciata così apposta per salire sulla metro e farti toccare dagli sconosciuti? Che hai nel cervello?”. Io divento rossa e, muta, cerco di divincolarmi per andarmene. Lui però mi tiene stretta e, pizzicanomi la pelle delle cosce mi incalza: “Allora? Deciditi, o sei troia o sei timida. Visto l’abbigliamento direi la prima, perciò tiratela meno e rispondimi. Non ci metto nulla a tirarti su questa gonna di fronte a tutti, sai”.
    
    Che cretina. Dio che cretina. Mi sono messa in questa situazione da sola, e adesso ovviamente non sapevo come gestirla. Dio santo, che oca.
    
    Decido di accontentarlo, non che avessi particolari scelte. Gli rispondo: “Sì, mi sono vestita così di proposito, ma non so per quale motivo. Non sono sicura di cosa voglio”.
    
    Lo sento ridere, mi stringe ancora più vicino a sé e, senza tanti complimenti, mi infila una mano sotto il vestito. Trovando solo quello stupido perizoma striminzito, bisbiglia: “Lo so io cosa vuoi, troietta”. Lo scosta e comincia a palparmi le chiappe.
    
    Siamo in fondo al vagone, ed è difficile che qualcuno noti cosa sta combinando. Alla fine potremmo anche sembrare due fidanzati abbracciati.
    
    Ovviamente, come se mi leggesse nel pensiero, lui toglie la mano dal mio culo e la sposta sul mio pube. Io non ho nessuno davanti che mi possa coprire, chiunque si giri un attimo verso di noi capirebbe cosa sta cercando di ...
    ... fare. Allarmata, cerco di spostargliela, ma lui è più forte di me. L’unica cosa che ottengo è alzare di più la gonna e attirare l’attenzione di un uomo in piedi vicino a noi. Si volta di scatto e mi vede, vestita in modo indecente e appiccicata a questo tizio che ha una mano sulle mie mutande, ormai completamente visibili.
    
    Sto morendo dalla vergogna, e non so più in che lingua maledirmi. Cerco di coprirmi il più possibile, ma non serve a molto. Il mio aguzzino invece ridacchia beffardo e, senza farsi troppi problemi, scosta le mie mutande e infila un dito nella mia vagina. Il tizio di fronte a noi ha l’aria sconvolta, ma non accenna a staccare lo sguardo.
    
    Io cerco di divincolarmi ma non serve a nulla, se non ad irritare il ragazzo che mi sta tranquillamente umiliando di fronte al resto del vagone.
    
    Mi strattona, con ancora un dito nel mio buco, e a voce nemmeno troppo bassa mi fa: “E se adesso te le levassi queste mutande, eh? Così vediamo dove cerchi di scappare”. Io cerco di voltarmi e guardarlo negli occhi, per provare a convincerlo a fermarsi, ma, come era prevedibile, il tutto è inutile.
    
    Mi obbliga a girarmi di nuovo di fronte a me e, con un solo movimento, mi fa scivolare le mutande fino a metà coscia, sotto lo sguardo ora interessatissimo dell’uomo di fronte a noi.
    
    E io ormai che non faccio che chiedermi: “Mio dio, quanto sono stupida?” 
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