1. Storia di un minidotato


    Data: 05/06/2020, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Etero Autore: pureros, Fonte: RaccontiMilu

    ... amare un pene di 23 cm così bello?!” Poi disse al suo uomo: “Non smetterò mai di ringraziarti per questo ben di Dio”
    
    Giulia intanto non aveva detto una parola. Fissava il pene di Michele senza staccargli gli occhi di dosso. Non aveva mai visto nulla di simile, forse non pensava nemmeno esistesse in natura qualcosa del genere. L’unica cosa che riuscì a dire fu :”Complimenti Michele.”
    
    A quel punto toccava a me. La situazione mi aveva eccitato all’inverosimile. Laura fremeva: Beh, ora tocca a pisellino. Vediamo se la sua fama &egrave giustificata!” Mi spogliai anch’io e rimasi in slip. Toccava a Giulia togliermeli. Lo fece con una mossa secca, come se volesse umiliarmi davanti a tutti.
    
    Ora ero nudo. Il mio pene a differenza di quello di Michele era completamente in erezione, raramente l’avevo sentito così duro. Peccato che a confronto con il suo era sottile e soprattutto aveva un terzo della sua lunghezza.
    
    Rimasero tutti in silenzio per qualche secondo. Fu proprio la mia Giulia a romperlo dicendo :”Beh, se non altro abbiamo trovato la custodia del tuo pisellino, amore!” Lo disse accarezzandomi delicatamente lo scroto e guardandomi negli occhi. La custodia era il pene di Michele evidentemente. Forse lo aveva detto per sdrammatizzare. Ma aveva finito per umiliarmi.
    
    Laura invece dopo una grassa risata alla sua battuta aggiunse: “Non ne vedevo uno così da quando andavo al mare con i miei cuginetti. Con la differenza che loro avevano tre anni a quell’epoca! ...
    ... Giulia, il problema non sei tu. Nessuno riuscirebbe a godere con questo pistolino. Ma possiamo aiutarti”
    
    Da lì in poi la mia intimità sarebbe finita. Quello che avevo in mezzo alle gambe sarebbe stato cosa di tutti. Ero nudo sotto i loro occhi. Era nudo anche Michele. Desideravo farlo sparire più di ogni altra cosa al mondo. La sua presenza era ingombrante, era il termine di paragone che non potevo reggere. I suoi addominali scolpiti, le sue gambe muscolose, sembrava una statua di bronzo. Al centro delle sue gambe un lembo di carne penzolante di razza equina, sembrava occupasse il mio campo visivo ovunque rivolgessi il mio sguardo.
    
    I tre mi fissavano in silenzio. Laura d’un tratto uscì dal salone per tornare subito dopo con un centimetro. La mia umiliazione ora sarebbe stata consacrata con delle cifre oggettive. Porse il centimetro a Giulia che rivolgendomi un sorriso mi fissò negli occhi, mi stampò un bacio sulle labbra e rivolse gli occhi in basso dove aveva srotolato il centimetro lungo l’asta. “Nove centimetri!” disse. Laura trattenne a fatica una risata di scherno poi fece segno alla mia Giulia di passare a misurare Michele. Lei si accovacciò ai suoi piedi e sorresse quel cilindro di carne e nervi con delicatezza, come se temesse di rovinarlo. Port’ il centimetro su quella lunghezza poi sussurr’ “Venticinque!”. Lasciò cadere delicatamente il pene di Michele e torno vicino a me. “Amore, cresce ogni giorno di più!” disse Laura.
    
    I numeri avevano certificato la mia ...
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