1. ASIA E IL GALEOTTO al Parco


    Data: 20/12/2017, Categorie: Anale Trans Gay / Bisex Autore: asiatrav82, Fonte: xHamster

    ... di merda, proprio che ti piace fa la troia… che cesso di merda, non ho mai visto na fogna di frocio come a te. Ora ti do io ciò che ti serve». Mi fermò e si alzò. Si voltò e si piegò a pecora appoggiandosi sul muro.
    
    «forza ricchione, leccami il buco del culo» .
    
    Avevo di fronte un culo sodo e peloso. I folti peli partivano dallo spacco delle chiappe in direzione perpendicolare ad esso, come un fiume ed i suoi emissari. Mi fiondai con la faccia su quel culo da favola, Infilai pure il naso tra le chiappe e feci partire la lingua. Sentii un odore forte di sudore ma, come detto prima, mi abituai presto e glielo leccai per bene, a fondo.
    
    «Dai ricchione fammi il bidet con la lingua… si dai frocia di merda… culattone… rottinculo». Avrei continuato così per ore ma si alzò di s**tto, cambiò posizione mettendosi dietro di me, mi prese dalle spalle e mi fece mettere a pecora come fino a qualche istante prima stava lui. Si piegò sulle gambe, divaricò con violenza le mie chiappe e sputò sulla mia fighetta anale.
    
    «Mamma che bel culo da femmina che hai, io te lo spacco, io te lo rompo brutto frocia del cazzo». Non finì sta frase che mi mollò un ceffone forte, violento cattivo sulla chiappa destra; poi sulla sinistra. Cominciò a schiaffeggiarmi il culo mentre me lo lappava con la lingua. Si alzò e continuò a schiaffeggiarmi forte, lo sentivo che bruciava.
    
    «Basta ti prego mi fai male…». Ma forse avrei fatto bene a non dirlo. Mi prese per capelli e, tirandomeli, mi fece ...
    ... rimettere in piedi. La sua bocca era accanto al mio orecchio:
    
    «e ti devo fare male finocchio del cazzo, non vi piace a voi froci essere violentati? E io mo ti spacco il bucio del culo. Mi fece piegare di nuovo. Sputò sul suo cazzo e con un colpo secco, deciso, me lo piantonò in culo. Per fortuna ero stata già fottuta a dovere perché, se fosse stata la prima volta, sarei potuta morire. Nonostante l’elasticità della mia rosellina emisi un grido di dolore. Ma lui parve insensibile a miei lamenti. Mi prese di nuovo per capelli e cominciò a stantuffarmi come una macchina.
    
    «Prendi sto cazzo… vai puttana godi … cosi dai … mi scopo pure tua madre…» Dove trovasse la forza per scoparmi e parlare non lo so. So solo che io ero ormai in balia del piacere. Sentivo il suo cazzo allargarmi l’intestino, il suo fare rude e violento aumentavano la mia eccitazione:
    
    «siiii, siii, scopami… sono il tuo frocio, la tua puttana… sfondami il culo… sfondami…».
    
    Benchè fosse domenica mattina e fosse molto presto le nostre grida di goduria avrebbero potuto insospettire qualcuno ma, travolti dal piacere, non ci interessammo minimamente. I colpi del giardiniere erano forti, violenti, ormai me lo aveva ficcato tutto dentro. Sentivo le sue palle sbattermi sulle chiappe. Il suo sudore cadermi sulla schiena. Mi tirava ancora per capelli e con l’altra mano mi schiaffeggiava il sedere voglioso.
    
    «Che culo da troia, che puttana… ti spacco frocio di merda, io ti spacco…. Puttana… troia… latrina di merda…» ogni ...
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