1. ASIA E IL GALEOTTO al Parco


    Data: 20/12/2017, Categorie: Anale Trans Gay / Bisex Autore: asiatrav82, Fonte: xHamster

    ... quale, attraverso due porte poste una di fronte all’altra si accedeva al bagno degli uomini e a quello delle donne. In ogni bagno c’erano tre orinatoi e tre cabine con i vasi. Entrai nella prima cabina e chiusi la porta. Lo tirai subito fuori spostando il perizoma e cominciai a segarmi, immaginando la dotazione di quel bel maschione che innaffiava le piante, il suo corpo maschio, il suo profumo virile.
    
    Peraltro, le varie scritte sui muri di froci in cerca di cazzi, di maschi bsx pronti a farsi violentare mi eccitò in maniera smisurata.
    
    Nella foga dell’eccitazione non feci caso ad un rumore che si sentì nel bagno, ma continuai con la mia sega. Sborrai dopo un po’ schizzando il mio sperma sul muretto dietro al cesso. Quando mi ripresi aprii gli occhi e sollevai la testa in alto, come gesto liberatorio.
    
    A quel punto vidi che dall’alto il giardiniere del parco mi guardava sogghignando.
    
    I gabinetti erano comunicanti ed evidentemente lui , messosi in piedi sul vaso della cabina adiacente, si era goduto tutta la scena.
    
    «Adesso pulisci tu brutto segaiolo di merda?»
    
    «Mi scusi, mi scusi» dissi, infilando il mio cazzo ancora barzotto nei pantaloni della tuta.
    
    Feci per uscire dal bagno ma lui, più veloce di me, sbarrò con un braccio la porta che dava all’antibagno.
    
    Con l’altra mano notai che si toccava l’uccello e già con i pantaloni larghi la grossa forma che prendeva vita lasciava ben sperare.
    
    Non era possibile che succedesse una cosa del ...
    ... genere.
    
    Sicuramente la mia troiaggine mi induceva ad interpretare in maniera falsata ciò che accadeva.
    
    Essere in un cesso pubblico, con un figo rozzo e iper virile che pare voglia sfondarti, accade solo nei migliori film porno.
    
    Ma il giardiniere del parco chiuse velocemente la porta del bagno e si toccò ancora con più forza il pacco.
    
    «Non credo viene nessuno di prima mattina ma meglio chiudere la porta che non voglio essere disturbato».
    
    Come molti di voi sapranno, una vera troia, come lo ero io, benché affamata di cazzo, deve sempre e comunque recitare la scena di quella riluttante.
    
    Questo eccita ancora di più il toro che si ha di fronte che, in questo modo, sprigiona tutta la sua forza e potenza.
    
    «Senta mi scusi devo andare».
    
    «Hai sborrato tu e ora voglio sborrare io».
    
    «Senta davvero mi lasci andare…» il mio tono era supplichevole ma, dopo anni di esperienza, riuscivo ad introdurvi anche un’intonazione maliziosa percepibile solo dai veri porci.
    
    E colui che avevo di fronte doveva proprio esserlo.
    
    «Si si tra un po’ te ne vai, ma prima mi devi far sborrare…»
    
    «Senta forse ha frainteso, scusi per quello che ha visto, ma voglio essere lasciata in pace…»
    
    «Senti frocio di merda, prima mi hai mangiato con gli occhi … si vede che ti piacciono i cazzi, ce l’hai scritto in fronte. O mi fai sborrare o ti faccio pulire tutto quello schifo che hai sborrato con la lingua».
    
    D’improvviso mi afferrò i capelli, tirandomeli, e mi spinse in ginocchio di fronte a quel pacco ...
«1234...9»