1. Il castello nero- Parte 3


    Data: 24/02/2020, Categorie: pulp, Autore: Godot2, Fonte: EroticiRacconti

    ... di galera e l'espulsione dall'Italia.
    
    Lui era quello che, secondo chi svolgeva le indagini, aveva picchiato e violentato mia figlia, il bastardo era stato espulso dal nostro paese perché considerato pericoloso, tuttavia poteva permettersi di andare in discoteca il sabato sera a drogare e stuprare le ragazzine.
    
    Il processo si svolse in fretta, poiché aveva scosso l'opinione pubblica. Alcuni testimoni affermarono di averli visti fuori dal locale mentre spacciavano droga, la barista si ricordava di aver visto il ragazzo marocchino, abituale del locale, appiccicato per quasi tutta la serata ad una ragazza bassa e rotondetta, la quale descrizione corrispondeva a Debby, mentre il buttafuori depose a sfavore di Alexandrienko, poiché rammentava di averlo dovuto quasi sollevare di peso, insieme i suoi colleghi, per cacciarlo dal locale, poiché molte ragazze si erano lamentate del suo comportamento troppo molesto anche per una serata in discoteca, senza però chiamare le forze dell'ordine.
    
    Tutto questo mi fece arrabbiare di più, nessuno di coloro che potevano salvare la mia bambina aveva mosso un dito: il buttafuori non aveva chiamato i carabinieri, coloro che gestivano il locale non avevano controllato se all'interno girassero droghe o chi erano i loro clienti, le stesse istituzioni erano rimaste inerti...e a causa di tutto questo mia figlia era costretta a vivere in ospedale.
    
    Sì, mia figlia sarebbe rimasta per quattro mesi in ospedale, al fine di poter risanarsi dai ...
    ... traumi fisici subiti quel maledetto sabato 17 Marzo. In quei quattro mesi l'affetto di parenti, amici e professori non mancò, soprattutto nei primi giorni, ma non bastò, anzi, forse danneggiò la psiche ormai devastata di Regina, la quale peggiorò drasticamente quando Debby fu dimessa, appena una settimana dopo il ricovero.
    
    Mia figlia non mangiava, o meglio, mangiava poco ma poi rigurgitava quasi tutto, non parlava, se non, poco, con mia moglie, e non dormiva, per via degli incubi. Cadde in una forte depressione, anche quando fu dimessa e tornò a casa, non uscì più con gli amici, passava la maggior parte della giornata a letto o davanti al computer. Si isolò. Lasciò la pallavolo, non finì la scuola, parlava solo con mia moglie e con l’unica amica che le era rimasta, Debby, la quale, al contrario, era riuscita a riprendersi, aveva deciso di diventare infermiera, per curare le persone che, come lei, avevano sofferto quella notte e che, come mia figlia, soffrivano ancora. Si era iscritta all’università e, per pagarsi gli studi lavorava come cameriera in pizzeria, dove aveva conosciuto Kevin, il figlio del pizzaiolo, con il quale aveva cominciato una relazione. Insomma, aveva ripreso a vivere.
    
    Circa due anni e mezzo dopo la violenza furono trovati due cadaveri nelle docce del carcere maschile, entrambi nudi, incaprettati, al primo era stato amputato l’organo genitale, il secondo era stato impalato con una spranga di ferro, il volto tumefatto e segni di colluttazione su tutto il ...