1. Ricatto e controricatto


    Data: 13/01/2020, Categorie: Incesti Autore: rococo, Fonte: RaccontiMilu

    ... senza farmene accorgere. Non si avvertiva alcun rumore, Sergio era evidentemente entrato in azione. In punta di piedi mi avvicinai alla cucina ed ecco, la scena era proprio quella che aspettavo: mia madre seduta sul tavolo della cucina che si baciava voluttuosamente con il mio amico, lui che cercava di metterle le mani sotto la vestaglia, e lei che opponeva una resistenza solo apparente.
    
    Entrai all’improvviso in cucina, Sergio, anche se complice della messinscena, restò come paralizzato dalla sorpresa, mia madre era tutta arrossita e cercò subito di giustificarsi dicendo che stavano parlando. Come concordato, cacciai Sergio in malo modo e, rivolto a mia madre, le urlai che avevo capito tutto, che avrei raccontato a mio padre che razza di moglie aveva; dopodiché me ne uscii di casa sbattendo la porta.
    
    Quando tornai a pranzo, trovai mia madre disperata, tentò nuovamente di giustificarsi, mi scongiurò di non raccontare nulla, ma io niente, non le rispondevo neppure. Per tutto il pomeriggio lei cercò di tornare sull’argomento, ma io mi mostrai inflessibile e indifferente. La mia rivincita cominciava a prendere corpo e ne assaporavo il piacere sottile.
    
    La mattina successiva, quando mi alzai, mia madre stava pulendo la cucina e mi aveva fatto trovare la colazione pronta. La sera sarebbe tornato mio padre e si vedeva chiaramente che lei era sulle spine. Mi spiegò nuovamente che avevo equivocato e che lei con Sergio stava semplicemente parlando. A quel punto mi misi a ...
    ... ridere e a sbeffeggiarla. Poi, dinanzi alle sue proteste e preghiere, mi alzai dal tavolo e la sfidai a farmi rivedere bene in che modo stava ‘parlando’ con Sergio.
    
    Mia madre allora si appoggiò al tavolo della cucina e tentò di mimare la scena, come se lei tenesse il mio amico per un braccio. Le ribattei subito che non era quella la posizione, la invitai a sedersi sul tavolo, lo fece ed io mi avvicinai. Aggiunsi che avevo visto chiaramente una mano di lui sotto la vestaglia e, per simulare la scena, misi una mia mano in mezzo alle sue cosce.
    
    All’inizio provò a toglierla, ma quando vidi con che espressione la guardavo negli occhi, mi lasciò fare. Continuai a contestarle che avevo visto come si stavano baciando e mi avvicinai per rifare la scena, ma lei si ritrasse sottraendosi al bacio. Saltò giù dal tavolo e imbufalita si diresse in sala da pranzo; la bloccai spalle al muro e le sussurrai perfidamente che era inutile che recitasse la parte della donna offesa: se non aveva nulla da farsi perdonare, perché temeva tanto che io riferissi tutto a mio padre?
    
    Allora le presi la mano e me la infilai dentro ai pantaloni della tuta, facendo in modo di farglielo prendere in mano. Le feci stringere le sue dita sul cazzo e lei incominciò a piagnucolare. Ma non mi feci impietosire. Anzi le ordinai di farmi una sega, guardava in continuazione il mio cazzo che oramai era fuori dalla tuta. Stava quasi per farmi venire quando, d’un tratto, la sua amica la chiamò dal suo balcone.
    
    Mia ...