1. Il regalo della laurea pt. 4


    Data: 12/01/2020, Categorie: Incesti Autore: Prof_emily, Fonte: EroticiRacconti

    ... non me ne pentirò di sicuro, anzi mi renderebbe solo felice, molto felice” detto ciò mi stavo buttando su di lei di nuovo, ma lei si era scassata alzandosi, e disse:” No, non posso continuare a farlo, mi dispiace” ed era corsa in bagno
    
    Ero rimasto deluso, come se il mondo mi fosse crollato addosso, avevo staccato i letti, e mi ero messo a dormire, quando lei era uscita, facevo finta di dormire, mi aveva detto :”Buona notte”, non le avevo risposto, non mi andava.
    
    La mattina dopo, quando mi aveva proposto di andare in spiaggia le avevo detto che non avevo voglia, nei giorni successivi, qualunque cosa mi proponeva di fare insieme, le dicevo di no, che stavo poco bene, ma lei sapeva che erano tutte scuse, poi la svolta era arrivata a due giorni prima del volo per tornare a casa.
    
    Dopo mio ennesimo rifiuto ad uscire con lei, si era seduta sul mio letto mentre io ero steso, e toccandomi un braccio mi aveva chiesto: “amore, ti vorrei parlare?”
    
    “Non c’è nulla da dire, perché quello che c’era da dire l’avevi messo in chiaro altro giorno” avevo risposto senza togliere lo sguardo dal mio telefono
    
    “Sì, ma… dopo che ho visto quanto male sei stato...” e si era stesa in parte a me sul mio letto da singolo, “ehm… non so come dirlo, come madre, io ci tengo alla tua felicità, e se ” si era soffermata guardandomi, io avevo distolto lo sguardo dal telefono, e la stavo guardando come un bambino che implora la madre di comprargli il nuovo giocattolo davanti alla vetrina.
    
    “Vuoi ...
    ... dire che sei d’accordo?” avevo chiesto io speranzoso
    
    “Sì, ma ad una condizione” aveva affermata con decisione.
    
    “Qual è?” avevo chiesto io subito dopo
    
    “Dovremmo stare attentissimi, nessun altro lo deve sapere”
    
    “Ovviamente mamma, figurati se a vado a sbandierare in giro che mi scopo la mia mamma”
    
    “Ehi, come parli, devi essere più raffinato” mi aveva redarguito
    
    “Ok mammina”, mi ero girato verso di lei, aveva la canottiera e pantaloncini che aveva indossato il secondo giorno che eravamo qui. Le ero saltato letteralmente addosso, rischiando di farci cadere dal letto, mi ero spostato lasciando più spazio sul letto per lei, mentre mi ero steso con il busto sul suo, la bocca sulla sua, una mano infilata sotto la canottiera che le palpava una tetta. Quando avevo tentato di prendere più carne della tetta in mano, avevo smesso di baciarmi, costringendomi ad alzarmi, si era tolta la canottiera, e con una mano dietro alla schiena si era slacciato il reggiseno, glielo avevo preso subito in mano, e lanciato sul divano. Mi ci ero tuffato in mezzo a quelle due sfere di carne, leccando con la lingua più fuori possibile, poi avevo preso i capezzoli in mano, tra le dita, e glieli massaggiavo delicatamente, mamma aveva cominciato ad gemere, “si, fai così, come facevi da piccolo, usa la bocca” sotto suo invito, avevo preso un capezzolo in bocca, succhiandolo come facevo da neonato, con l’unica differenza che dalle tette non uscivano nessuna goccia di latte. Mentre giocavo con i suoi ...