1. Il gioco perverso di Eva – cap. 3 Nel bar


    Data: 27/12/2019, Categorie: Autoerotismo Dominazione / BDSM Etero Autore: EvaLuna, Fonte: RaccontiMilu

    ... arrivato alla sua posta elettronica di lavoro è semplice, una volta letti sul campanello di casa nome e cognome, digitandoli su internet uno dei primi risultati è il sito dello studio di architetti, dove ovviamente lei compare con tanto di foto e indirizzo mail.
    
    “Mi vuole ricattare? Vorrà dei soldi? Oddio in che casino mi sono cacciata???” e questi pensieri la perseguitano tutto il giorno, i colleghi si meravigliano di come sia distratta, le chiedono dove stia con la testa, ma Eva non può fare a meno di pensare quali conseguenze porterà quel video, fino a che, passate da poco le 17,00, ecco arrivare una nuova mail dallo stesso indirizzo, stavolta senza allegati ma con qualche riga di testo:
    
    “cara la mia bella puttana, oggi ho voglia di svuotarmi un po’ le palle e scommetto che ti è mancato parecchio il mio cazzone in questi giorni, quindi appena esci dall’ufficio vieni subito al bar Jolly, in via Moro, è a soli 5 min dal tuo studio del cazzo quindi vedi di non tardare. Una volta entrata sali al piano di sopra, mi trovi nella saletta delle slot-machine.
    
    Se per le 18,15 non sei arrivata, sai chi sarà il prossimo a ricevere quel video interessante? Quel frocio del tuo titolare, chissà, magari lo userà per la prossima pubblicità del vostro studio… a dopo, troia”.
    
    Eva non crede ai suoi occhi, sta succedendo proprio quello che temeva di più, la sta ricattando!!! Ma nonostante la paura e la vergogna per le possibili conseguenze che quel video potrebbe generare, non può ...
    ... fare a meno di pensare che quelle parole volgari e brutali l’hanno già fatta eccitare e che in fondo non aspettava altro che rivedere quell’uomo.
    
    Per la prima volta dopo diversi anni di lavoro in quello studio, Eva alle 6 in punto è già sul portone, raggiunge la macchina quasi di corsa e una volta alla guida si sorprende a controllarsi nello specchietto, rimpiange di andare a lavoro con un trucco molto semplice, vorrebbe avere con se il suo rossetto rosso che di solito mette solo la sera, ma sulle sue labbra carnose basta anche un po’ di burro cacao per evidenziarne la forma e la pienezza.
    
    Sorprende ancora di più se stessa quando d’istinto si sbottona quel bottone in più della camicetta bianca che indossa, così che dallo scollo si intraveda il solco dei due seni tondi e sodi, e si sente davvero puttana.
    
    Trova il bar indicatole, parcheggia e, un po’ tremante per la paura, un po’ per l’eccitazione, entra, i tavolini e il bancone sono quasi deserti, vede le scalette e sale, d’improvviso la luce del giorno sparisce, si ritrova in una sala quasi buia, la luce proviene in gran parte dalle file di slot-machine, macchinette e video-giochi che ricoprono tutti i lati della stanza. Al contrario del piano di sotto, questa sala è piena di uomini, da ragazzini di 16 anni a vecchi di 70, italiani, stranieri, molti ancora in tenuta da lavoro. Nemmeno una donna, eccetto Eva, che adesso si sente una 40ina di occhi puntati addosso che sembrano passarla ai raggi x: nonostante la poca ...