1. Tradire a … Napoli


    Data: 10/12/2019, Categorie: Etero Autore: Cyojin, Fonte: RaccontiMilu

    ... mi ha chiesto di andare a fare spese e non posso rimandare. Domani sera però se vuoi passo dallo studio e stiamo assieme!”. Già, Silvia. Che palle! Sì, con lei è ricominciata da un paio di settimane. E pure con Franca. Senza che nessuna delle due sappia dell’altra. E soprattutto senza che la cosa dia a me alcun peso. Contravvenute un po’ di regole? Sì, lo ammetto… me ne ero data una ferrea: chiuso un libro no si riapre pagina. E invece… invece non è stato così! Io e Silvia avevamo parecchio parlato di quel pomeriggio che ci attendeva a studio; non ci vedevamo da quasi una settimana. Sarebbe stata una sveltina quella di quel giorno, lo sapevo bene io e lo sapeva bene lei, che l’arrivo di Diana Rossini, che adesso aspetto dritto e ben in vista sul piazzale della stazione mentre l’altoparlante annuncia l’arrivo del Freccia da Roma, mi avrebbe tenuto impegnato per tutto o quasi tutto il giorno. Ma avevamo deciso lo stesso di averci. Bella seccatura questo cambio di programma!
    
    Il treno sferraglia e si ferma finalmente. “Ho indosso un trench chiaro ed un rolley blu scuro” mi ha scritto stamattina nel messaggio in cui mi avvisava che aveva preso la coincidenza da Roma in orario. Le ho risposto dicendo che mi avrebbe trovato con un cappotto grigio canna di fucile e che avrebbe riconosciuto dai capelli rasati e dai rayban con le lenti a goccia verde bottiglia. Fortuna che c’è il sole! Nella folla provo a scandagliare alla ricerca dell’Architetta Diana Rossini da Torino, nel suo ...
    ... trench chiaro e con il suo trolley blu. Sono di fronte all’uscita centrale, non può non vedermi. Ed infatti eccola incedere tra la folla mentre con un cenno della mano fa segno di avermi visto. Ho tempo per guardarla adesso a figura intera e non a mezzo busto come Skype impone. Non l’avrei detto. Bel tipino. Sportiva. Lo si nota dall’incedere sicuro, rapido. Elegante nel portamento aggraziato del camminare, dritta, fronte alta, movimenti armoniosi. Con una certa classe: lo dice quel che vedo del suo abbigliamento, ricecato pur senza invecchiare. “Salve dottoressa benvenuta!” e tendo la mano per salutarla con una stretta di mano educata ma ferma, come mi piace fare. “Grazie, ma ti prego, lo avevamo già detto… niente dottoressa…”. Sorrido, abbasso un attimo lo sguardo, po torno con gli occhi su di lei: “Sì, Diana, scusami… è davvero l’abitudine e la terribile, draconiana educazione di casa… ci provo – sorrido ancora prendendole il manico del trolley con un gesto di cortesia che mi permette – allora fatto buon viaggio?”. Sorride cercando di mimare un “non ce n’è bisogno” rispetto al mio prenderle la valigia; infine cede e mi fa: “Sì sì, non mi aspettavo un viaggio così veloce… purtroppo non ho trovato l’aereo, avrei preferito… ma tanto la prima classe me l’ha pagata lo studio, quindi…”. Sorrido, mi sposto per lasciarla passare e mettendomi al suo fianco faccio cenno per indicare la strada. “Un caffè ti va? Ho aspettato perchè non ero sicuro se lo gradissi anche tu…” – “Sì, grazie, ...
«1234...82»